Tibetani, giornata mondiale di mobilitazione per liberare Tenzin Delek Rinpoche
Dharamsala (AsiaNews/Rfa) - I tibetani e i loro sostenitori hanno partecipato ieri a una giornata mondiale di mobilitazione per il rilascio di Tenzin Delek Rinpoche, rispettato leader religioso e responsabile della comunità dal Tibet dell’est, che sta scontando l’ergastolo in una prigione cinese. I dimostranti hanno raccolto 40mila firme in città di ogni parte del mondo per una petizione che verrà inviata alle ambasciate e ai consolati per denunciare l’ingiusto imprigionamento del monaco. A Dharamsala, più di 10mila firme sono state inviate via fax e via corriere alle autorità cinesi di Pechino e all’ambasciata cinese a New Delhi. Il testo della petizione ne rispecchia un’altra simile firmata da 40mila tibetani a Kham, in Lithang, regione di provenienza di Tenzin Delek Rinpoche nella parte est dell'antico Tibet (oggi provincia cinese del Sichuan). Alcuni membri della famiglia di Tenzin Delek hanno tentato di portare la petizione al governo cinese nel dicembre del 2009, ma sono stati bloccati lungo la strada per Pechino.
“Come tutti i tibetani prigionieri di coscienza, Tenzin Delek Rinpoche non ha avuto un giusto processo sotto la legge cinese. Adesso è arrivato il momento di riaprire il suo caso e di garantire un nuovo processo secondo gli standard giuridici internazionali, soprattutto per il suo stato di salute, che va peggiorando” ha dichiarato l’ex prigioniero politico Ngawang Woebar, presidente del movimento tibetano Gu Chu Sum. “Abbiamo spedito 40mila firme provenienti da ogni parte del mondo al governo cinese per fare pressione per il rilascio di Tenzin Delek Rinpoche, che ha già scontato ingiustamente nove anni di prigione. Siamo anche solidali con i tibetani che hanno rischiato le loro vite per chiedere la liberazione di Tenzin Delek Rinpoche e interpellare la comunità internazionale affinché si unisca al nostro appello per questo monaco tibetano innocente”.
Oltre a giocare un importante ruolo spirituale, Tenzin Delek Rinpoche è un rispettato leader della comunità tibetana, forte sostenitore della cultura tibetana e della conservazione dell’ambiente. A dicembre del 2002 era stato condannato a morte sulla base di false accuse per avere fatto esplodere delle bombe e avere inneggiato con dei volantini all’indipendenza del Tibet. La condanna a morte era stata commutata in ergastolo a gennaio del 2005, dopo che era stata lanciata una campagna in sua difesa. Tenzin Delek Rinpoche si è proclamato innocente fino al giorno in cui è stato incarcerato e nel 2009, dalla prigione, ha dichiarato di “non essere responsabile per quelle esplosioni o per ogni altra azione illegale di cui sono stato accusato. […] Se è possibile ricorrere in appello, c’è speranza che io possa essere liberato da tutte le accuse”.
Secondo quanto riportato da Radio Free Asia (Rfa) l’11 giugno 2010, alle sorelle di Tenzin Delek è stato permesso di visitare il fratello ad aprile, probabilmente in risposta alle promesse fatte dalle autorità locali cinesi dopo che i tibetani dell’area di Lithang avevano provato a portare la petizione al governo della provincia del Sichuan, nel dicembre del 2009. In una nota scritta ricevuta da Rfa, il dottore della prigione ha confermato che Tenzin Delek Rinpoche sta soffrendo di “disturbi legati alle ossa, al cuore e alla pressione sanguigna”. Una fonte ha comunicato che Tenzin Delek aveva chiesto alle sorelle di continuare a lottare per il suo rilascio e che aveva spedito lettere a 26 dipartimenti del governo cinese.
“Tenzin Delek Rinpoche è stato incastrato dal governo cinese per crimini che non ha commesso, perché è sempre stato un difensore della cultura, della religione e della libertà tibetana. Siamo profondamente preoccupati per la sua salute e chiediamo il suo immediato rilascio”, ha dichiarato Tenzin Choeying, direttore nazionale del gruppo Students for a Free Tibet India. “Ci appelliamo a tutti i cittadini di coscienza del mondo perché agiscano per sostenere la liberazione di Tenzin Delek Rinpoche. Egli ha dedicato tutta la sua vita a migliorare quella della sua gente e per questo la Cina lo ha condannato all’ergastolo”.
16/09/2016 15:29