Terremoto del Sichuan: fonte ufficiale dice che forse le scuole erano mal costruite
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Cina ha detto oggi che sono 5.335 gli studenti morti sotto il crollo delle scuole nel terremoto in Sichuan il 12 maggio 2008 e altri 546 sono rimasti disabili. L’annuncio ufficiale, fatto in conferenza stampa a Chengdu da Tu Wentao, capo del dipartimento del Sichuan per l’Istruzione, ha suscitato proteste diffuse e incredulità tra gli esperti. Ma per la prima volta un alto funzionario parla di possibili difetti di costruzione nelle scuole.
Il dato dei morti è inferiore alle stime ufficiose di circa 9mila morti tra studenti e insegnanti, fatte all’epoca dai giornali locali e dall’agenzia statale Xinhua. Peraltro Xinhua parla di 68.712 morti ufficiali per il sisma e di circa 18mila dispersi che tutti ritengono rimasti sotto le macerie.
Ai Weiwei, famoso artista e architetto che sta compilando l’elenco degli studenti morti, dice che “tali numeri sono molto lontani dalla realtà” e che le autorità “sono irresponsabili” perché “non hanno fatto un effettivo accertamento [dei morti]… Così il governo perde credibilità”.
Con l’aiuto di volontari, Ai ha già accertato 5.200 vittime e dice che il dato è molto incompleto, stima siano morti circa 7mila studenti.
Subito dopo il sisma, le autorità hanno parlato di 7mila scuole crollate e 14mila danneggiate e hanno promesso rapide indagini per accertare le responsabilità.
Ma ora le autorità dicono che l’unica causa dei crolli è stata la violenza del sisma e si preoccupano di evitare proteste per l’imminente anniversario. Invece le famiglie degli studenti morti chiedono serie indagini sulle cause e sospettano che siano stati usati materiali scadenti, dato che le scuole sono crollate come budini di tofu mentre gli edifici intorno hanno avuto danni molto minori. Molti genitori hanno raccontato alla stampa estera di essere stati minacciati e arrestati più volte, perché insistono a chiedere indagini.
Oggi Hou Xiongfei, vicecapo del dipartimento Propaganda del Sichuan, ha accusato “alcuni giornalisti” [esteri] “di istigare la gente a organizzarsi” e a protestare e ha detto che “sarà applicata la legge”.
Il governo ha “chiesto” ai giornalisti esteri di registrarsi presso le autorità locali, per accedere nella zona in questi giorni, e in vari casi negli ultimi giorni la polizia locale ha minacciato o detenuto giornalisti esteri. Tra gli altri, il 5 maggio persone in divisa hanno aggredito un giornalista della televisione finlandese e uno del Financial Times che volevano intervistare i genitori dei 126 scolari morti per il crollo di due scuole elementari a Fuxin. Ieri la polizia ha detenuto per oltre un’ora un corrispondente dell’Irish Times che ha cercato di intervistare i genitori degli studenti morti a Juyuan. Altri cronisti hanno denunciato una massiccia presenza di polizia nella zona, attenta a impedire qualsiasi contatto con la popolazione.
L’opinione pubblica segue il problema con grande attenzione. Liu Zuoming, direttore del dipartimento Giustizia del Sichuan, ha detto su Oriental Outlook, rivista pubblicata da Xinhua, che il gran numero di scuole crollate per il terremoto in Sichuan del 12 maggio 2008 fa pensare non solo alla violenza del sisma ma anche a difetti di costruzione. E’ forse la prima volta che una fonte ufficiale ammette possibili carenze costruttive e in poche ore la notizia ha suscitato migliaia di commenti su internet, con l’insistito invito a verificare i materiali usati.