Sri Lanka, radicali buddisti contro il velo islamico: Favorisce lo spaccio di droga
Colombo (AsiaNews) - Vietare per legge il velo islamico perché rappresenta una grave minaccia alla sicurezza nazionale e favorisce lo spaccio di droga: è quanto chiede il gruppo radicale singalese-buddista Bodu Bala Sena (Bbs) al governo dello Sri Lanka. Una pretesa, afferma ad AsiaNews Faizun Zackariya, attivista musulmana per i diritti umani, che "sfrutta la retorica nazionalistica e il fervore patriottico per giustificare gli attacchi esclusivi, violenti e distruttivi nei confronti delle minoranze".
Da diversi mesi il Bbs e altre organizzazioni analoghe attaccano - in modo verbale e fisico - le comunità di minoranza dello Sri Lanka, in particolare quella islamica. Tali gruppi "giustificano" i loro atti persecutori, discriminatori e violenti affermando di voler proteggere la popolazione buddista e singalese, e la sua religione.
"Quello a cui stiamo assistendo oggi - spiega la Zackariya - è un ultranazionalismo che si alimenta grazie alla protezione politica e all'accesso alle istituzioni dello Stato. Questo pericoloso trend cerca di ritagliarsi un nuovo consenso, senza libertà, dignità e giustizia sociale. Da quattro anni [dopo la fine della guerra civile, ndr] il governo promette di portare democrazia. Al contrario, quello che vediamo è un uso della religione per scopi politici; il ritorno in voga dell'ideologia ultranazionalista; un aumento delle violazioni dei diritti umani; una progressiva centralizzazione del potere".
Dal 1983 al 2009 lo Sri Lanka è stato teatro di una sanguinosa guerra civile tra i ribelli delle Tigri Tamil (Liberation Tigrs of Tamil Eealm, Ltte) - che invocavano la creazione di uno Stato indipendente tamil nelle province nord ed est dell'isola - e le forze governative. In breve tempo si è trasformato in un vero e proprio conflitto etnico tra singalesi (l'etnia di maggioranza, 73,8%) e tamil (8,5%), che si è concluso con la vittoria dell'esercito.
20/11/2017 11:16
03/08/2017 10:58