02/07/2013, 00.00
RUSSIA
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Snowden chiede asilo a Mosca, Putin: "Ferma le attività contro gli Usa"

di Nina Achmatova
Secondo indiscrezioni stampa, la talpa del Datagate ha fatto richiesta di asilo a 19 Paesi. Il presidente russo non esclude di accoglierlo, ma il suo destino rimane incerto. Esperti: non vi è altra scelta, la Russia oggi è l'unico Paese disposto a uno scontro con gli Usa su questa storia.

Mosca (AsiaNews) - Il presidente russo Vladimir Putin ha per la prima volta ventilato l'ipotesi che la talpa del Datagate, Edward Snowden, rimanga in Russia, dove è bloccato all'aeroporto di Mosca Sheremetevo dal 23 giugno, dopo che gli Usa gli hanno revocato il passaporto. Le parole di Putin sono arrivate a poche ore di distanza dalla richiesta di asilo politico inviata dall'ex collaboratore della Cia a una quindicina di Paesi, tra cui proprio la Federazione russa.

Le notizie a riguardo, però, sono arrivate in modo confuso e contraddittorio. Il primo a parlare della richiesta di asilo a Mosca è stato il New York Times che, citando fonti anonime del servizio immigrazione, ha detto che ad aiutare l'informatico americano è stato il suo avvocato: Sara Harrison, la legale del team di Wikileaks che lo sta accompagnando nella sua fuga.

Le autorità del Servizio immigrazione hanno subito definito "non vere" le rivelazioni del quotidiano statunitense, ma sono passati solo pochi minuti che tramite l'agenzia Interfax è arrivata la conferma della notizia da parte di Kim Shevcenko, il console russo in carica all'aeroporto Sheremetevo: "Il 30 giugno alle 22.30 una cittadina britannica, Sara Harrison, ha contattato la stazione consolare del ministero degli Affari esteri e si è presentata come avvocato e rappresentante del cittadino americano Snowden. Ha consegnato una richiesta di asilo politico da parte di Snowden". Il diplomatico ha detto poi che la Harriosn non ha rivelato dove si trovi il suo assistito. In attesa, in un primo momento, di quella che sembrava la certa accoglienza dell'Ecuador - poi tiratosi indietro su pressione di Washington - la 'talpa' dell'Agenzia di sicurezza nazionale (Nsa) sarebbe chiuso nell'albergo dell'area transiti dell'aeroporto, non avendo i documenti necessari né per varcare il confine russo, né per comprare il biglietto aereo per una nuova destinazione.

Gli Usa ne chiedono l'estradizione, ma con Mosca non è mai stato siglato un accordo in questo senso, né vi è un mandato di arresto spiccato dall'Interpol. "Non estradiamo nessuno, né abbiamo intenzione di farlo", ha garantito il leader del Cremlino il 1° luglio in una conferenza stampa. Poi ha aggiunto che se Snowden vuole stare in Russia deve "cessare il suo lavoro volto a danneggiare i nostri partner americani, non importa quanto strano suoni questo detto da me". Sulla richiesta di asilo il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha rifiutato di commentare.

Putin ha, però, lasciato un margine di incertezza sul futuro del fuggitivo: "Dato che si ritiene un attivista per i diritti umani, probabilmente non ha intenzione di interrompe il suo lavoro, così deve scegliere un Paese e andare lì. Purtroppo non so quando questo accadrà". Il presidente ha, infine, ribadito che Snowden "non è un agente russo, non lo è mai stato e non lo è oggi. I nostri servizi segreti non hanno mai lavorato con lui e non stanno collaborando ora". Difficile, però, credere che in cambio dell'aiuto nella sua fuga Snowden non abbia passato informazioni sensibili a Mosca.

Il Los Angeles Times, citando fonti del ministero degli Esteri russo, ha definito la richiesta di asilo alla Russia come una "mossa disperata" da parte dell'ex tecnico della Nsa, dopo il "no" ricevuto da Quito. Ricercato per spionaggio dagli Usa, il giovane avrebbe presentato la domanda di asilo a 19 Paesi in totale, consegnando la lista a Mosca. 

Secondo il direttore del Carnegie Center di Mosca, Dmitri Trenin, gli sviluppi della vicenda erano prevedibili. "Arrivando a Sheremetevo, Snowden si è trovato di fatto in un vicolo cieco. L'evoluzione del caso dimostra che oggi l'unico Paese al mondo che è disposto a entrare in conflitto con gli Usa sul destino del fuggitivo americano è la Russia", ha dichiarato l'esperto al giornale Kommersant, dicendosi infine convinto che tutta la vicenda non minaccia un significativo deterioramento delle relaziono russo-americane.

 

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