Seoul, continua la ricerca dei marinai scomparsi; militari in allerta
di Joseph Yun Li-sun
Dopo l’affondamento della corvetta Cheonan, i familiari delle vittime accusano il governo del Sud. Pyongyang minaccia: “Ripercussioni se non cessano le visite al confine demilitarizzato”.
Seoul (AsiaNews) – Sarebbe una vecchia mina nordcoreana, rimasta nelle acque della penisola sin dalla guerra del 1950-1953, la causa dell'esplosione che ha affondato venerdì scorso una nave militare di Seoul, facendo temere un scontro navale con Pyongyang. Lo ha detto il ministro sudcoreano della Difesa, Kim Tae-young, mentre continuano le ricerche dei 46 marinai dispersi e prosegue il cordoglio dei familiari delle vittime. Una speranza giunge dal ritrovamento di quella che potrebbe essere la parte posteriore della nave, dove è possibile sopravvivere fino a 69 ore.
Nel frattempo, però, la “Casa Blu” di Seoul ha ordinato all’esercito del Sud di rimanere in allerta per capire se vi sono movimenti da parte di Pyongyang. Un anonimo funzionario del governo, citando il presidente, ha sottolineato: “Né lui né il ministro della Difesa hanno mai escluso un possibile coinvolgimento della Corea del Nord”.
Intanto ieri, attorno al sito dove si stanno svolgendo le ricerche del relitto, sono giunti anche i familiari dei militari scomparsi. Molti di questi accusano la Marina militare del cattivo stato in cui era tenuta la Cheonan, la corvetta affondata. Alcuni sono arrivati ad accusare il governo di mentire deliberatamente, per non dare la verità sulla morte dei loro cari.
Nel frattempo, i militari americani presenti nell’area scagionano di fatto la Corea del Nord: “Continuiamo a monitorare i movimenti della loro marina, ma non c’è nulla di strano”. Pyongyang, però, mette in guardia Usa e Corea del Sud su “imprevedibili conseguenze” se non cesseranno le visite turistiche alla zona demilitarizzata, l'area cuscinetto che separa le due Coree all'altezza del 38esimo parallelo.
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