Scontri a Gerusalemme. Cresce la protesta per i nuovi insediamenti
Gerusalemme (AsiaNews/Agenzie) – Scontri fra studenti palestinesi e militari israeliani sono avvenuti questa mattina a Silwan, una delle zone calde della Cisgiordania, quando i soldati israeliani hanno eretto dei posti di blocco all’ingresso orientale della cittadina, impedendo agli studenti di raggiungere le loro scuole. Fonti palestinesi affermano che quando gli studenti hanno cercato di superare i posti di blocco, la polizia e le guardie di frontiera israeliane li hanno cacciati via. I ragazzi hanno cominciato a lanciare sassi, e la polizia li ha caricati per disperderli. La tensione è poi cresciuta a Silwan, quando degli agenti in borghese sono entrati nell’area e hanno arrestato cinque ragazzi per il lancio dei sassi, mentre altri quattro sono rimasti contusi mentre cercavano di respingere gli agenti.
Gli scontri fanno seguito a tre giorni di quelli che i residenti descrivono come “check point provocatori”, con la polizia municipale israeliana che fermava tutte le automobili palestinesi per controllare lo stato di funzionamento e multando quelle che sembravano non soddisfare i requisiti richiesti, e creando lunghissime attese e ritardi.
Silwan è un quartiere alla periferia di Gerusalemme, indicato come uno dei prossimi luoghi di insediamento dei coloni. Gli scontri avvengono mentre cresce la tensione per le notizie secondo cui il governo Netanyahu ha annunciato la costruzione di 1300 nuove abitazione per i coloni ebrei a Gerusalemme orientale.
Nello stesso tempo sarebbe stata approvata la costruzione di altre 800 abitazioni nell’insediamento di Ariel, in Cisgiordania. La costruzione di Ariel è stata al centro di una controversia fra Stati Uniti e Israele. Gli Stati Uniti giudicano che questo insediamento sia una testa di ponte in Cisgiordania tesa a impedire una continuità territoriale palestinese.Oggi il Segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon ha espresso al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu la sua preoccupazione per l’annuncio della costruzione di 1330 nuove case ebraiche nella zona occupata di Gerusalemme est.
Un portavoce delle Nazioni Unite ha detto che “Il Segretario generale ha sottolineato che era vitale interrompere l’attuale stallo diplomatico, riprendere i colloqui e produrre dei risultati”. Ban, ha detto ancora il portavoce, “ha espresso preoccupazione per la ripresa dell’attività dei coloni e il recente annuncio di ulteriori insediamenti a Gerusalemme est”. Il Segretario generale ha “espresso la speranza di ulteriori misure da parte del governo di Israele per facilitare il movimento di persone e cose da e per Gaza”.
Israele ha reso noti due importanti progetti di insediamenti: è stata approvata la costruzione di più di mille case oltre la “Linea verde” a Gerusalemme, insieme con un secondo piano di 800 nuove case a Ariel. L’amministrazione americana ha cercato di persuadere Netanyahu a dichiarare un secondo “congelamento” di insediamenti nei territori. “Siamo stati profondamente delusi dall’annuncio di un progresso nel progetto di nuove unità abitative nella zona ‘sensibile’ di Gerusalemme est” ha detto il portavoce del Dipartimento di stato Philip J. Crowley. “E’ controproducente per i nostri sforzi tesi a riprendere negoziati diretti fra le due parti”. Pensavamo che Netanyahu andasse negli Stati Uniti per fermare l’attività degli insediamenti e rimettere in moto i negoziati, ma è chiaro per noi che è deciso a distruggere i colloqui” ha detto il capo della delegazione palestinese Saeb Erekat.