11/04/2007, 00.00
COREA DEL NORD – USA
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Scongelati i fondi di Pyongyang a Macao, atteso lo stop al programma nucleare

Il negoziatore Usa per la Corea del Nord dichiara la disponibilità immediata dei 25 milioni di dollari fermi dal 2005 in una banca di Macao, ed invita il regime stalinista a fermare i reattori nucleari. Cina e Corea del Sud si allineano a Washington, mentre fonti di AsiaNews in Corea esprimono dubbi sulla reale volontà di denuclearizzare la penisola.
Seoul (AsiaNews) – I fondi nordcoreani bloccati dagli Stati Uniti in una banca di Macao “sono ora disponibili per il governo di Pyongyang”, che “deve procedere senza altri indugi al disarmo del suo programma nucleare”.
 
Lo ha dichiarato oggi Cristopher Hill, assistente Segretario di Stato americano e principale negoziatore durante la crisi innescata dalla sperimentazione del primo ordigno nucleare nordcoreano. Wendy Au, portavoce dell’Autorità monetaria di Macao, ha confermato che “i fondi possono essere prelevati dai beneficiari del conto in qualunque momento”.
 
Il denaro, 25 milioni di dollari, era stato bloccato nel 2005 presso il Banco Delta Asia di Macao. Washington ne aveva disposto il congelamento perché riteneva il governo nordcoreano colpevole di contraffare denaro americano e riciclare quello proveniente dal traffico illecito di armi.
 
La questione era stata sollevata nel corso dell’ultimo round dei “colloqui a sei sul disarmo nucleare” che si sono svolti il 13 febbraio scorso a Pechino. Durante il confronto fra le sei nazioni – Cina, Russia, Stati Uniti, Giappone e le due Coree – l’inviato di Pyongyang aveva definito il denaro fermo a Macao “un argomento impossibile da ignorare”.
 
I colloqui, convocati dopo che in ottobre il regime stalinista aveva fatto esplodere il suo primo ordigno nucleare in una miniera, si sono conclusi con la promessa di smantellare i reattori in cambio di quasi un milione di tonnellate di petrolio e, ovviamente, lo scongelamento dei fondi.
 
Per Hill, che si trova in questi giorni a Seoul, “la questione è ora definitivamente risolta. Possiamo procedere con l’importante ed urgente necessità di denuclearizzare la penisola coreana”.
 
Dello stesso avviso il premier cinese Wen Jiabao, in questi giorni in visita in Corea, che nel corso di un incontro con il presidente di Seoul, Roh Moo-hyun, ha definito “necessario” intraprendere “al più presto” delle misure concrete per impedire un nuovo riarmo nucleare nella parte nord della penisola.
 
Fonti di AsiaNews in Corea dicono però che la questione “è ancora lontana dall’essere risolta. Pyongyang si era impegnata a disarmare i reattori nucleari entro 30 giorni dalla firma dei trattati di Pechino, e non si è ancora mossa in tal senso. Inoltre, il regime guidato da Kim Jong-il non sa dove sistemare questi milioni: non ha alcun senso convertirli in valuta locale, perché sarebbero divorati dall’inflazione, e nessuna banca estera vuole accoglierli”.
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