27/06/2013, 00.00
FILIPPINE
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Salute riproduttiva, legge alla Corte suprema. Chiesa filippina lancia veglia di preghiera

Il 9 luglio prossimo i supremi giudici valuteranno il testo. In concomitanza i cattolici si riuniranno per un’occasione di preghiera e di “festa” contro un testo “incostituzionale”. Una legge controversa che si trascina da 14 anni, osteggiata anche dal card Tagle che sottolinea: vita umana “vincerà sul controllo delle nascite”.

Manila (AsiaNews) - La Commissione per la famiglia e la vita (Ecfl) della Conferenza episcopale filippina ha indetto una veglia di preghiera, in programma il 9 luglio, in concomitanza con l'udienza alla Corte suprema in cui si discute la controversa legge sulla Salute riproduttiva (Rh Bill). L'annuncio è stato fatto da p. Melvin Castro, segretario esecutivo Ecfl, in un'intervista a Radio Veritas in cui spiega le particolari intenzioni che animano la celebrazione; i cattolici, aggiunge, auspicano che i supremi giudici filippini boccino come "incostituzionale" la Republic Act (Ra) 10354, meglio nota come Reproduvtive Health (Rh) Law.

Il sacerdote invita la comunità a partecipare in massa alla veglia di preghiera, ricordando inoltre che si tratta di un momento di "preghiera" e di "festa"; si tratta quindi di una manifestazione in chiave "positiva", che non intendete criticare nessuno. La Chiesa vuole solo incentivare i fedeli a ribadire la ferma opposizione alla norma, firmata in gran segreto dal presidente Benigno Aquino III lo scorso 21 dicembre.

L'appuntamento, chiarisce p. Castro, è "alle nove del mattino davanti alla Corte suprema". Preghiamo per la giustizia, aggiunge, e per difendere a spada tratta la Costituzione. Ad oggi dieci giudici hanno votato per bloccarne l'entrata di vigore, mentre cinque colleghi sarebbero favorevoli.

La legge "di salute riproduttiva" ha atteso quasi 14 anni per essere approvata, dopo cinque diverse modifiche, oltre un anno di discussioni in parlamento e la fiera opposizione della Chiesa. Il provvedimento, approvato nel dicembre scorso, rifiuta l'aborto clinico, ma promuove un programma di pianificazione familiare che invita le coppie a non avere più di due figli. Essa permette in alcuni casi l'obiezione di coscienza, ma allo stesso tempo favorisce la sterilizzazione volontaria. Chiesa e associazioni cattoliche sostengono invece il Natural Family Programme (Nfp), che mira a diffondere tra la popolazione una cultura di responsabilità e amore basata sui valori naturali.

Il disegno di legge è promosso soprattutto dalle grandi organizzazioni internazionali, come ad esempio Onu e Unicef, che legano l'alto tasso di natalità alla povertà del Paese. I Paesi che non si attengono a tali norme perdono il diritto a ricevere aiuti umanitari. Nei mesi scorsi anche l'arcivescovo di Manila, card Luis Antonio Tagle, è intervenuto sulla controversia, sottolineando il valore "assoluto" della vita umana che "vincerà sul controllo delle nascite". 

 

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