26/08/2004, 00.00
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Processo sul massacro in Gujarat: sotto accusa il governo Modi

Ahmedabad (AsiaNews/AFP) – Una commissione d'inchiesta sugli scontri fra indù e musulmani, che hanno portato al massacro del 2002 nel Gujarat, sta facendo emergere responsabilità di politici e delle forze dell'ordine. Una serie di interrogazioni ha fatto emergere che i nazionalisti indù del ministro Narendra Modi, al potere nello stato occidentale indiano nel 2002, hanno chiuso gli occhi di fronte alla strage o addirittura l'hanno incoraggiata.

Il 27 febbraio 2002 a  Godhra (Gujarat), un gruppo di fedeli indù, che viaggiavano in treno, è stato assaltato da un gruppo di musulmani. L'attacco ha fatto 59 morti e ha scatenato la violenza dei fondamentalisti indù. Nel mese successivo almeno 2 mila musulmani sono stati massacrati in diverse città del Gujarat.

Nelle ultime settimane, testimoni interrogati dalla commissione hanno detto ai giudici di aver dimenticato i particolari degli scontri. Dopo giorni di risposte vaghe e "vuoti di  memoria", l'ispettore di polizia K K Mysorewala ha spiegato perché la polizia non ha reagito immediatamente agli scontri e non ha preso provvedimenti se non molte ore dopo: il comando generale aveva dato ordine a tutti di non usare radio per riferire informazioni sulle rivolte. "Le direttive erano di non mandare messaggi alla centrale in città tramite apparecchi senza fili perché si temevano intercettazioni", ha risposto l'ispettore di polizia. Nella zona controllata da Mysorewala, solo il 28 febbraio furono uccisi più di 100 musulmani. Il comando generale e quello locale di polizia hanno saputo dell'uccisione solo nella tarda notte del 28 stesso.

Chiamati in causa anche le autorità politiche, sospettate di aver incoraggiato le violenze. Un politico ha rivelato ai giudici che, il giorno del massacro di Godhra, il ministro Modi decise di far portare tutti i corpi delle vittime indù ad Ahmedabad, città con una lunga storia di violenze interreligiose. Secondo attivisti per i diritti umani , l'arrivo delle salme in una città già infuocata è stata la scintilla che ha fatto esplodere gli scontri in tutto il Gujarat. La commissione ora vuole interrogare Modi per sapere "perché decise di trasferire i corpi in una zona così calda e perché non ha subito ordinato l'intervento dell'esercito il 27 febbraio".

Fin dall'inizio le violenze contro i musulmani sono state definite "un pogrom sponsorizzato dallo stato", cioè dal Bharatiya Janata Party (BJP) di Modi.
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