11/10/2012, 00.00
GIAPPONE
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Per il Premio Nobel Yamanaka, ricerca scientifica ed etica devono camminare insieme

di Pino Cazzaniga
La ricerca sulle iPS (le staminali pluripotenti indotte) potrà produrre cellule staminali da cellule adulte, utilizzabili nella medicina rigenerativa. Le scoperte di Shinya Yamanaka rendono inutili le ricerche sulle cellule staminali embrionali, salvando la vita a molti embrioni. Il ricercatore giapponese ha tenttao nuove vie spinto dalla questione etica.

Tokyo (AsiaNews) - Per Shinya Yamanaka, fresco Premio Nobel per la medicina, ricerca scientifica ed etica devono andare insieme. Intervistato dal Mainichi Shimbun dopo l'assegnazione del premio, egli ha detto: "Vorrei invitare al mio laboratorio gli esperti e i maestri di etica che ci accompagnino nel lavoro di ricerca sulle iPS [induced pluripotent stem cells, staminali pluripotenti indotte] anche da quella direzione. Il lavoro del ricercatore scientifico è solo una parte dell'equazione".

Yamanaka, 50 anni, ha scoperto che cellule adulte possono essere trasformate in cellule allo stato infantile, cellule staminali (iPS), che costituiscono, per così dire, la materia prima per la ricostruzione dei tessuti irrimediabilmente danneggiati dalla malattia. Per la medicina rigenerativa le implicazioni della scoperta di Yamanaka sono ovvie. Cellule adulte della pelle possono ad esempio essere riprogrammate e trasformate in qualsiasi altra cellula che si desideri: dalla pelle al cervello, dalla pelle al cuore, dalla pelle a elementi che producono insulina.

"La loro scoperta - dice la dichiarazione della giuria che gli ha assegnato il Nobel lo scorso 8 ottobre - ha rivoluzionato la nostra comprensione di come le cellule e gli organismi si sviluppano. Attraverso la  programmazione di cellule umane, gli scienziati hanno creato nuove opportunità per lo studio delle malattie e sviluppo di  metodi per la diagnosi e la terapia".

Tali "opportunità" non sono solo "scientifiche", ma anche "etiche".  Buona parte della ricerca scientifica e degli investimenti mondiali è infatti lanciata a studiare e produrre cellule staminali dagli embrioni, arrivando fino a manipolarli e distruggerli, mettendo gli scienziati di fronte a enormi problemi etici.

"La questione etica - spiega Yamanaka al Mainichi - è realmente difficile. Negli Stati Uniti ho cominciato la ricerca  facendo esperimenti sui topi; ritornato in Giappone,  ho saputo che erano state create cellule staminali umane. Sono stato contento perché  queste avrebbero contribuito alla scienza medica... . Allora ho cominciato la ricerca sulle cellule iPS come una via per fare buone cose come ricercatore.  Ma mi sono trovato di fronte al problema etico. Se costruiamo sperma e ovuli (eggs) da cellule iPS, questo ci conduce a creare nuova vita e così il lavoro che ho compiuto sulle cellule iPS mi ha messo di fronte a un problema etico.  Se noi non prepariamo in anticipo dibattiti per i problemi etici, la tecnologia andrà avanti più rapidamente di quanto pensiamo".

La "questione etica" ha spinto Yamanaka a trovare una via per "non continuare a distruggere embrioni per la nostra ricerca".

Parlando con i suoi collaboratori dell'università di Kyoto, subito dopo l'assegnazione del premio, Yamanaka ha mostrato dedizione e modestia.

"Ora - ha detto - sento fortemente un senso di gratitudine e di responsabilità": gratitudine perché familiari e amici lo hanno sostenuto in un cammino di ricerca esigente che è durato decenni; responsabilità perché la scoperta dà speranza a milioni di ammalati. Ora le iPS possono crescere in ogni tessuto del corpo umano  permettendo rigenerazioni di parti finora irrimediabilmente perdute a causa di malattie.

La sua modestia lo porta anche a mettere in guardia da speranze eccessive. A un giornalista che gli ha chiesto un messaggio ai pazienti e ai giovani ricercatori che attendono i risultati della sua ricerca ha detto: "Le cellule iPS sono note come cellule versatili e la tecnologia può dare ai pazienti la falsa impressione che possono essere guariti dall'oggi al domani. Ci vorrano ancora da 5 a 10 anni prima che la tecnologia sia  fattibile.  Nel mio laboratorio ci sono oltre 200 ricercatori, e io voglio che i pazienti non rinuncino alla speranza"

 "Dozzine di volte - ha continuato - ho tentato di ottenere qualche risultato e spesso ho fallito negli esperimenti.... Molte volte sono stato tentato di rinunciare o di piangere. Senza il sostegno della mia famiglia , non avrei mai potuto continuare nella ricerca.  D'ora in avanti mi troverò di fronte al momento della verità. Vorrei tornare al mio laboratorio al più presto possibile".

Il Mainichi ha celebrato  il nuovo premio Nobel dicendo con enfasi che Yamanaka ha "invertito il ciclo della vita": fino ad ora gli scienziati pensavano che solo dagli embrioni poteva nascere nuova vita. Ma per fare questo manipolavano e uccidevano la vita stessa. Con la scoperta di Yamanaka, cellule vecchie, rigenerate, producono il nuovo e salvano gli embrioni. Un "processo che si considerava irreversibile" ha rivelato invece l'esistenza di un nuovo ciclo vitale.

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