Pechino, crolla il mercato immobiliare: meno 50% in un anno
In un mese i prezzi sono scesi quasi del 27%. Si prepara lo scoppio di una bolla immobiliare peggiore di quella degli Stati Uniti. L’Ufficio di statistiche esige una punizione per coloro che diffondono dati economici su internet, prima della loro pubblicazione ufficiale.
Pechino (AsiaNews/Agenzie) – Il mercato immobiliare cinese si prepara a un tonfo gigantesco: lo scorso marzo i prezzi delle case sono scese del 26,7% rispetto al mese precedente e gli acquisti sono scesi del 50% in un anno. Secondo esperti, la crisi immobiliare della Cina è ancora più spaventosa di quella scoppiata negli Stati Uniti tre anni fa, che hanno portato alla crisi mondiale. Per tutta risposta, il governo cinese ha decretato che punirà coloro che “diffondono dati economici su internet” prima che vengano pubblicati ufficialmente. Tali dati sono considerati “segreti di Stato”.
Beijing News, citando dati della Commissione sulla casa e sullo sviluppo urbano e rurale, ha diffuso nei giorni scorsi dati preoccupanti: il prezzo delle nuove case nella capitale è sceso in un mese del 26,7%. In un ano sono scesi circa del 10%. Gli acquisti di case sono diminuiti del 50,9% in un anno e del 41,5% nel solo mese di marzo.
Da tempo il governo cercava di frenare le speculazioni edilizie e nell’ultimo anno ha provveduto a mettere freni negli acquisiti di seconde case e nei prestiti delle banche.
I dati ufficiali del mercato immobiliare saranno pubblicati dall’Ufficio nazionale di statistiche solo il 18 aprile.
L’Ufficio di statistiche ha condannato ieri la fuga di dati economici. Shen Laiyun, portavoce del dipartimento, ha dichiarato che “ogni comportamento illegale sarà punito dalla legge. Coloro che diffondono segreti di Stato su internet o in altri canali di informazione saranno ritenuti responsabili”.
Proprio ieri l’Ufficio di statistiche ha diffuso alcune cifre economiche: nel primo trimestre 2011 il Pil (prodotto interno lordo) cinese è cresciuto del 9,7%. Ma anche l’inflazione è cresciuta raggiungendo il 5,4% in marzo, la più alta in quasi tre anni, superiore al 4,9 registrato nei primi due mesi del 2011.
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