Ni Yulan e suo marito condannati alla prigione: difendevano chi veniva espropriato delle case
Pechino (AsiaNews) - L'attivista per i diritti umani Ni Yulan e suo marito Dong Jiqin (nella foto) sono stati condannati oggi alla prigione per "disturbo" e per "frode". La corte ha comminato la pena di due anni e otto mesi a Ni Yulan, avvocato resa disabile dai pestaggi della polizia, e di due anni al marito che l'aiutava nel rivendicare i diritti delle persone che venivano espropriate in modo ingiusto di case o terreni.
Le condanne di Ni e di suo marito sono le ultime di una serie lanciate dal Partito comunista per soffocare il movimento cresciuto nella società civile in questi anni e che dall'anno scorso viene preso di mira con migliaia di arresti per evitare la nascita di una "Primavera araba" anche in Cina.
La corte del distretto di Xicheng ha impiegato solo 10 minuti a emettere e leggere la sentenza. Almeno 100 poliziotti hanno circondato l'area per non permettere a amici e parenti di prendere parte alla sessione. Anche decine di diplomatici hanno dovuto aspettare fuori per conoscere la sentenza. Solo la figlia di Ni, Dong Xuan, ha potuto entrare nel tribunale e ha definito il processo "abnorme". L'avvocato della coppia, Cheng Hai, ha detto che ricorrerà in appello.
Ni Yulan e Dong Jiqin sono stati arrestati il 7 aprile 2011, durante la campagna contro la "Primavera araba" in Cina. L'accusa è di aver creato "disturbo" e "urlato insulti" contro il personale dell'albergo Yuxinyuan, dove la coppia era stata obbligata a ripararsi dal 2010, dopo che la loro casa era stata sequestrata e demolita. L'albergo era in realtà una "prigione nera", dove Ni veniva tenuta sotto controllo. Il governo l'accusa di non aver pagato un conto di circa 70mila yuan. Un'altra delle accuse a lei fatte è che essa ad un certo punto ha rifiutato di far registrare nel libro dell'hotel tutte le persone che andavano a visitarla.
Ni è stata accusata di "frode" per aver affermato di essere un avvocato, traendo benefici finanziari.
Da anni Ni Yulan, 51 anni, difende il diritto delle persone a non farsi espropriare la casa o a ricevere una giusta ricompensa. Nel 2002, mentre filmava la demolizione di una casa di un suo cliente, la polizia l'ha picchiata in modo selvaggio rendendola disabile e l'ha incarcerata. Nel 2008, Ni si è battuta per tutte le famiglie le cui case sono state distrutte per fare posto agli hotel in occasione delle Olimpiadi di Pechino. Anche allora è stata battuta e imprigionata. A causa delle ferite riportate. Ni poteva solo strisciare sul pavimento della prigione, finché un membro dell'ambasciata Usa, dopo averla visitata, le ha procurato delle stampelle.
Liberata nel 2010, è stata ancora imprigionata un anno fa.
Uno dei diplomatici davanti al tribunale stamane, Raphael Droszewski, dell'Unione Europea (Ue), ha dichiarato: " Siamo molto preoccupati per la salute della signora Ni e chiediamo il suo rilascio immediato". Egli ha anche affermato che la Ue è "preoccupata per il deteriorarsi della situazione nella difesa dei diritti umani in Cina".
L'accrescersi delle condanne e degli arresti avviene quasi in concomitanza con le soavi promesse fatte dal premier Wen Jiabao all'Assemblea nazionale del popolo circa un mese fa. Wen ha dichiarato che occorre difendere i diritti delle terre e che è necessario e urgente lanciare una serie di riforme politiche.