Nghe An: cattolici in piazza, la polizia reprime nel sangue la protesta
Hanoi (AsiaNews) - La polizia vietnamita ha attaccato, con colpi di proiettile e granate, centinaia di cattolici in protesta davanti alla loro chiesa, che chiedevano il rilascio di due parrocchiani arrestato lo scorso giugno senza un capo di accusa specifico. Secondo i racconti dei testimoni si tratta di una delle più violente e sanguinose repressioni attuate dalle autorità negli ultimi anni. La vicenda è avvenuta ieri nella parrocchia di My Yen, nella provincia di Nghe An, nella zona costiera al centro-nord del Paese.
Un numero imprecisato di persone è finito in ospedale per le cure mediche; alcuni pazienti sono stati trasferiti d'urgenza ad Hanoi in condizioni gravissime. Per disperdere la folla gli agenti hanno usato bastoni e sparato proiettili in aria. Le forze dell'ordine avrebbero anche compiuto un numero imprecisato di arresti fra i dimostranti.
Secondo la tv di Stato (filo-governativa e controllata dal governo) almeno 300 persone si sono dirette presso la sede del Comitato popolare del villaggio di Nghi Phuonh, nel distretto di Nghi Loc, nella prima mattinata di ieri. I manifestanti chiedevano la liberazione di Ngo Van Khoi e Nguyen Van Hai, imprigionati senza motivo; già il giorno precedente un migliaio di persone erano scese in piazza con cartelli e striscioni per il rilascio dei due parrocchiani. Ad esasperare gli animi il fatto che per ben due giorni le autorità hanno annunciato, senza dar corso alle parole, la liberazione dei due uomini che sono tuttora in carcere.
Un testimone oculare ha riferito a Radio Free Asia (Rfa) che la polizia "ha sparato 15 colpi" di fronte alla My Yen Church e "picchiato con bastoni elettrici" i manifestanti. Un sito web legato alla Chiesa redentorista vietnamita ha mostrato foto di decine di persone in cura con ferite gravi alla testa, alle mani, allo stomaco e al collo. Dai racconti sembra che siano stati utilizzati fino a 3mila agenti e militari per reprimere la protesta. Secondo alcuni la polizia avrebbe inoltre cercato di impedire ai dottori di prestare soccorso alle vittime.
Ngo Van Khoi e Nguyen Van Hai sono stati prelevati nel giugno scorso da uomini appartenenti ai reparti della sicurezza; da allora sono in stato di fermo senza una formalizzazione del capo di accusa. Alle famiglie hanno riferito che sono in prigione per "disturbo dell'ordine pubblico", anche se non è stata fatta menzione di alcun incidente specifico che giustificasse il provvedimento.
In Vietnam continua dunque la repressione operata dalle autorità verso blogger, attivisti e dissidenti che chiedono libertà religiosa, il rispetto dei diritti civili o la fine dell'egemonia del partito unico, per la quale è stata anche lanciata una petizione. Solo nel 2013, Hanoi ha arrestato oltre 40 attivisti per crimini "contro lo Stato", in base a una norma che gruppi pro diritti umani bollano come "generiche" e "vaghe", oltre che funzionali alla repressione. Anche la Chiesa cattolica deve sottostare a vincoli e restrizioni e i suoi membri sono vittime di persecuzioni: a gennaio un tribunale vietnamita ha condannato 14 persone, fra cui cattolici, al carcere con l'accusa di aver tentato di rovesciare il governo, in una sentenza criticata con forza da attivisti e movimenti pro diritti umani.
10/02/2014
19/12/2013