Mosca, la Chiesa ortodossa teme la legge sul controllo delle ong straniere
Mosca (AsiaNews) - Anche la Chiesa russa-ortodossa potrebbe essere colpita dal controverso disegno di legge, per il quale le Ong impegnate in "attività politiche" e "finanziate dall'estero" dovranno essere registrate come "agenti stranieri" in Russia, pena la detenzione o pesanti multe. A mettere in guardia da alcune implicazioni dell'iniziativa parlamentare è Mikhail Fedotov, capo del Consiglio presidenziale per i diritti umani. L'organismo presieduto da Fedotov sta studiando il testo, il quale verrà esaminato in prima lettura alla Duma il prossimo 5 luglio e potrebbe diventare legge già in autunno.
Secondo la bozza, le Ong russe impegnate in attività politiche o che agiscono negli interessi di Stati stranieri o altri donatori internazionali, ricevendo finanziamenti da fuori confine dovranno essere registrate come "agenti stranieri" (dizione da riportare su loro sito web e su ogni pubblicazione) e sottoporsi a maggiori controlli sui loro conti da parte delle autorità. Se le Ong non si registrano in modo esatto entro 90 giorni dall'entrata in vigore della legge, i loro responsabili rischiano quattro anni di detenzione e multe fino a 300.000 rubli (7.500 euro).
Come spiegato da Fedotov alle agenzie di stampa russe, se applicata alla lettera, "la legge potrebbe colpire anche la Chiesa ortodossa, che riceve soldi dalle diocesi e dai fedeli all'estero e i cui sacerdoti sono persone che col loro lavoro possono influenzare l'opinione pubblica e le autorità".
L'iniziativa fa temere un nuovo giro di vite sulle organizzazioni non governative, da sempre considerate dal Cremlino come fattori destabilizzanti all'interno della società russa. Secondo il deputato di Russia Unita Alexander Sidyakin, promotore dell'iniziativa, la nuova legge mira a evitare che governi stranieri influenzino la politica interna russa ed è modellata su quella che negli Stati Uniti già regola le Ong finanziate dall'estero. Per il quotidiano Vedomosti, l'iniziativa ha tutto il sostegno della presidenza russa. Lo scorso inverno, all'esplodere delle manifestazioni di piazza contro il potere centrale e i presunti brogli nelle parlamentari di dicembre, l'allora premier e candidato favorito alle presidenziali, Vladimir Putin, aveva accusato il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, di foraggiare e fomentare le proteste.
Gruppi della società civile - dal WWF all'organizzazione per il monitoraggio del voto, Golos - hanno avvertito che la legge rappresenta una chiara "violazione degli standard democratici". Per Human Rights Watch in Russia, le nuove misure sono "eccessive e non necessarie", perché le Ong russe già pubblicano rapporti sullo stato dei loro finanziamenti, come richiesto dalla legge russa già in vigore. Dello stesso parere anche Elena Panfilova - di Transparency International Russia - che sulla sua pagina Facebook aggiunge: "Si tratta di terrorismo psicologico, ci vogliono far sentire il fiato sul collo ma siamo abituati e non abbiamo nulla da nascondere, il nostro lavoro andrà avanti anche senza finanziamenti dall'estero se sarà necessario".