Medio Oriente, timori per una nuova ondata di proteste per le vignette francesi su Maometto
Il Cairo (AsiaNews) - Le vignette su Maometto pubblicate oggi da Charlie Hebdo, settimanale satirico francese, riaccendono l'ira del mondo islamico, dopo le centinaia di proteste contro il blasfemo su Maometto costate 28 morti e centinaia di feriti fra i manifestanti. Oggi a Kabul, oltre 500 persone sono scese in piazza per protestare contro il film "L'Innocenza dei musulmani" e le vignette satiriche del settimanale francese. Il governo pakistano ha indetto per domani una giornata di manifestazioni pacifiche in onore del profeta e della religione islamica. La decisione di Islamabad giunge dopo le critiche dei partiti islamisti che nei giorni scorsi hanno accusato le autorità per il loro "assordante silenzio" in merito al film su Maometto. Tuttavia, anche i disegni del settimanale parigino potrebbero essere oggetto di contestazioni. Manifestazioni di protesta sono avvenute ieri anche a Colombo in Sri Lanka, dove circa un centinaio di donne musulmane hanno bruciato bandiere americane e immagini del presidente Barak Obama.
Il timore di attacchi contro le ambasciate ha spinto Parigi a chiudere scuole e sedi diplomatiche in 20 Paesi musulmani, rischio, fra cui Egitto e Tunisia. Qui gli istituti resteranno chiusi fino al 24 settembre. Gli esperti prevedono nuove proteste in tutti i Paesi islamici, ma anche in Europa. Oggi, Washington ha ordinato la chiusura dell'ambasciata Usa a Jakarta (Indonesia) e degli uffici consolari a Surabaya, Medan e Bali.
Pubblicate in nome della libertà di stampa e di satira, i disegni del settimanale Charlie Hebdo hanno ricevuto la condanna di cristiani ed ebrei. Il Vaticano ha definito la mossa "un gesto che rischia di aprire un nuovo fronte di protesta". Richard Prasquier, presidente del Councile of French Jewish Istitutions, ha affermato che "in questo clima teso la pubblicazione delle caricature è un grave atto di irresponsabilità".
Le vignette raffigurano Maometto nudo e in pose sconce. In un disegno la redazione satirica ha voluto scimmiottare il topless di Kate Middleton, raffigurando il profeta con un corpo femminile a seno nudo. Il giornale vicino agli ambienti della sinistra francese ha venduto più di 75mila copie in poche ore. Nonostante gli avvertimenti di Stati Uniti e di altri Paesi occidentali, le autorità di Parigi non hanno bloccato il giornale insistendo sul diritto alla libertà di stampa. "La libertà di espressione - ha affermato Manuel Valls, ministro degli Interni - è un diritto fondamentale, la satira è parte di tale diritto fondamentale". Egli è stato però criticato dalla sua controparte per gli affari esteri, Laurent Fabius, che ha accusato Charlie Hedbo di un gesto irresponsabile che getta "benzina sul fuoco". Pur condannando i "disegni come un insulto al Profeta," le organizzazioni musulmane francesi hanno diffuso comunicati nelle moschee in cui invitano a non cedere alla provocazione isolando gli elementi che incitano alla violenza.
La pubblicazione dei disegni satirici ha scatenato l'ira delle autorità religiose nei Paesi musulmani, soprattutto in Egitto. Al-Azhar, la più importante università del mondo sunnita ha respinto "questi messaggi che istigano all'odio in nome della libertà". Essam El-Erian, responsabile di Giustizia e Libertà, partito dei Fratelli musulmani egiziani, ha invitato la magistratura francese ad agire contro la redazione di Charlie Hedbo, già attaccata nel 2011 per la diffusione di un'altra vignetta satirica sul profeta. Il politico islamista sottolinea che il governo egiziano deve garantire solo le manifestazioni pacifiche, evitando in tutti i modi il ripetersi di attacchi violenti contro edifici di rappresentanze straniere.
Intanto, le autorità egiziane procedono nella loro azione legale contro gli autori del film "L'Innocenza dei musulmani". Lo scorso 18 settembre, un tribunale egiziano ha emesso un mandato di arresto verso i sette cristiani copti di nazionalità statunitense e il pastore protestante Terry Jones, per il loro presunto ruolo nella produzione e diffusione del trailer del film anti-islamico. L'azione è simbolica, ma secondo i giudici egiziani serve a scuotere l'opinione pubblica Usa affinché proceda contro gli autori del film. Il principale imputato è Nakoula Basseley Nakoula, regista copto ortodosso emigrato negli Usa che avrebbe girato, prodotto e diffuso il filmato su internet. La data del processo in contumacia non è stata ancora fissata, ma in caso di condanna i presunti imputati rischierebbero la pena di morte.
Ieri, Cindy Lee Garcia, una delle attrici del film, ha rivelato che tutto il cast era all'oscuro del reale intento del regista. Nakoula, su cui pende una condanna per truffa, avrebbe infatti reclutato gli attori per girare un film storico ambientato nel deserto. Il video sarebbe stato montato in seguito in modo da rappresentare una storia su Maometto. L'attrice sostiene che parte delle sue battute sono state ridoppiate, con frasi offensive. "Durante le scene - afferma - non ho mai chiamato Maometto un molestatore di bambini". La donna dice di essere terrorizzata e teme minacce di morte da parte degli estremisti islamici. "La mia azienda mi ha licenziata - racconta - perché loro non possono garantire la mia sicurezza. Ora sono un possibile bersaglio".