Leader tibetano: Pechino ha paura della voce di Liu e vuole farlo tacere
Dharamsala (AsiaNews) – “Assegnare il Premio Nobel per la pace all’attivista detenuto Liu Xiaobo incoraggia tutti i difensori della democrazia in Cina e in tutto il mondo”. Samdhong Rinpoche, Kalon Tripa (primo ministro) del Governo tibetano in esilio, in un’intervista ad AsiaNews parla dell’importanza del premio assegnato ieri a Liu Xiaobo, democratico dissidente cinese, che sta scontando una condanna a 11 anni di carcere, in quanto tra gli autori del documento Charta 08 che chiede maggior democrazia e rispetto dei diritti umani in Cina.
Il prof. Rinpoche appare raggiante. “Vogliamo esprimere – dice – apprezzamento anzitutto al Comitato norvegese per il Premio Nobel, che non ha ceduto alla pressioni del ‘Grande Fratello’. Sono rimasti saldi e nonostante le pressioni contrarie hanno assegnato il Premio all’attivista per la democrazia cinese Liu Xiaobo”.
AsiaNews fa notare al prof. Rinpoche che il governo cinese ha molto criticato la scelta, dicendo, tra l’altro, che è caduta su un criminale condannato e che non corrisponde allo spirito per cui il premio fu istituito.
“Questo governo comunista cinese – risponde Rinpoche – non ha un ruolo legittimo e per questo governa usando la paura, la repressione e la soppressione. Il premio Nobel Liu Xiaobo è la ‘voce’ di cui il governo cinese ha paura, la voce che il Partito comunista cinese considera una minaccia e contro la quale userà punizioni, tortura e carcere, per farla tacere. Oggi, congratuliamoci con il Comitato del Nobel per avere dato voce a questa ‘Voce’”.
“Libertà, giustizia e uguaglianza sono diritti congeniti di ogni persona e questo è stato confermato con l’assegnazione del premio per la Pace”.“La popolazione tibetana in Tibet è repressa, ma non ha perso il proprio spirito nonostante la politica del governo cinese che attua un sistematico genocidio culturale”.
“Questo premio è un incoraggiamento per i tibetani, che presto o tardi in Tibet si otterrà giustizia. Liu Xiaobo è anche un sincero amico del Tibet. Nel passato ha invitato il governo cinese a cambiare la sua politica verso il Tibet e dopo le proteste del 2008 in Tibet [represse dall’esercito cinese con centinaia di morti e migliaia di arresti e con una legge marziale nella regione che è ancora in atto, n.d.r.] ha contribuito a scrivere ‘Dodici suggerimenti su come affrontare la situazione tibetana’, che dice che in Tibet devono essere rispettati la libertà di espressione e altri diritti”.
Circa le notizie che indicano che Liu si sia convertito al cristianesimo, Rinpoche dice che “noi vogliamo la libertà religiosa, la libertà di scegliere la religione secondo la propria coscienza è un diritto umano fondamentale. Noi auspichiamo e sosteniamo la libertà religiosa”,
“Questo grande onore attirerà l’attenzione mondiale sul movimento democratico cinese. Noi speriamo che questo Premio spinga i capi dei governi e i leader mondiali a non penare soltanto ai guadagni economici e al commercio, ma a fare pure attenzione all’aspirazione dell’umanità per la libertà spirituale, la libertà religiosa e la democrazia”.
14/02/2014
11/07/2018 08:31
13/07/2018 11:13