16/07/2004, 00.00
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Le violenze si fermano ma rimane la paura

Amboina (AsiaNews) – Le violenze tra cristiani e musulmani, nell'isola di Ambon, arcipelago delle Molucche, sembrano essersi fermate negli ultimi due mesi. La conferma viene dal  Centro di crisi della diocesi di Amboina, che sottolinea però, come entrambe le membri di entrambe le comunità abbiano ancora paura di entrare l'una nella zona dell'altra. Ancora troppo vivo, infatti, il ricordo degli scontri che dal 25 aprile scorso fino a metà maggio, hanno scosso Amboina causando la morte di 41 persone.

Tutto è cominciato il 25 aprile, quando si è tenuta una manifestazione per l'anniversario della "dichiarazione di indipendenza" della Repubblica delle Molucche del Sud (Republik Maluku Selatan – Rms). La polizia è intervenuta per arrestare 24 persone e interrogarle. Alcuni manifestanti che avevano accompagnato i detenuti alla sede della polizia, tornando a casa, ha trovato la strada sbarrata dal "Pro-NKRI" ( Negara Kesatuan Republik Indonesia, L'indivisa repubblica dell'Indonesia).

E' stata la scintilla che ha fatto scoppiare aspri scontri. Per diversi giorni sono continuati i disordini che hanno causato l'incendio di molte case ed edifici pubblici, l'uccisione di persone, spari in tutta la città e la fuga della gente in cerca di sicurezza..

All'inizio di maggio, il segretario generale del Fronte per la sovranità delle Molucche (FKM), Moses Tuanakotta, insieme a Oly Manuputty, moglie del leader dello stesso movimento indipendentista Alex Manuputty, sono stati arrestati a Jakarta per essere interrogati dalla polizia in merito agli scontri del 25 aprile. Finalmente ieri, entrambi sono apparsi davanti al Tribunale di Ambon per difendersi dall'accusa di tradimento, in quanto sostenitori della lotta del FKM per l'indipendenza delle Molucche dall'Indonesia. Rischiano una condanna da un minimo di 20 anni all'ergastolo. Il conflitto tra le fazioni religiose  era iniziato nel 1999 e ha causato finora 5 mila morti e mezzo milione di profughi. Nel 2002 cristiani e musulmani delle Molucche, hanno firmato un accordo di pace che però non ha mai posto fine alle ostilità.

Dietro gli scontri alcuni, come il  vescovo di Amboina, mons. Pietro Canisius Mandagi, avevano ipotizzato si nascondesse il disegno di "qualche candidato presidenziale", interessato ad incrementare le violenze per "certi interessi politici". Il riferimento sembrava diretto all'ex generale Wiranto, candidato presidenziale con il partito Golkar. Le elezioni del 5 luglio scorso, occasione in cui si temevano disordini, si sono svolte invece in modo pacifico. Per ora, nelle Molucche, Megawati ha ottenuto il numero maggiore di voti, subito seguita da Wiranto. (MA)

 

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