Le armi leggere di Saddam, capaci di destabilizzare il Medio Oriente
Un istituto di Ginevra presenta uno studio sulle armi da fuoco nel mondo e sul bisogno di sicurezza.
Ginevra (AsiaNews/AP) Non vi sono soltanto le armi di distruzioni di massa. Per provocare un terremoto in Medio Oriente basta l'enorme numero di armi leggere lasciate dall'esercito irakeno dopo la caduta di Saddam. È quanto si deduce da un'indagine pubblicata il 30 giugno e condotta dal Graduate Institute of International Studies di Ginevra.
Nel volume di 335 pagine, si afferma che dalla fine della dittatura del rais, "milioni di armi da fuoco sono affluite in un contesto socialmente caotico. Il collasso [della dittatura ndr] ha reso possibile uno dei più grandi e veloci trasferimenti di armi da fuoco al mondo". Il numero di morti da arma da fuoco a Baghdad è aumentato drammaticamente e "la violenza è diventata l'ostacolo maggiore alla restaurazione della legittima autorità".
Tra la popolazione irakena circolano attualmente 7-8 milioni di armi da fuoco leggere. La proporzione a persona è minore rispetto a Paesi come la Finlandia, ma il problema qui non è la quantità. L'impatto di queste armi in Iraq è più pericoloso a causa dell'instabilità sociale e della velocità con cui se ne viene in possesso. Keith Krause, il direttore dell'indagine, afferma "L'Iraq ha generato oggi un rischio di proliferazione a livello regionale" .
L'indagine sulla situazione di armi leggere a livello mondiale è condotta, ogni anno, da un team di ricercatori coordinati dal Graduate Institute of International Studies di Ginevra e finanziato da una dozzina di governi occidentali.
Sono circa 200 mila all'anno i morti per assassini da armi da fuoco nel mondo, la maggior parte nell'America del Sud, dove la situazione - da questo punto di vista - è sicuramente più tragica che in Iraq. Altri Paesi fortemente colpiti dal problema sono, secondo l'indagine, Albania e Sud Africa.
"La maggior parte della responsabilità è dei governi, incapaci di garantire la sicurezza interna. Di conseguenza, per potersi difendere, la popolazione si arma in modo autonomo", afferma Keith Krause. E aggiunge: "La comunità internazionale dovrebbe prestare più attenzione al dovere dello Stato di considerare la sicurezza come un bene pubblico".
La situazione di tensione causata dalla guerra anti-terrorismo condotta dagli Stati Uniti ha portato a maggiori restrizioni sul possesso di pistole, anche se ha permesso il possesso di pistole ai piloti di linea americani e la presenza di forze della polizia armate sui voli.
L'indagine ha rilevato una preoccupante proliferazione di missili terra-aria trasportabili, meglio conosciuti come MANPAD. Per questo l'istituto di Ginevra chiede alla comunità internazionale misure per maggiori controlli. Secondo il Graduate Institute of International Studies più di 27 organizzazioni, alcune delle quali legate ad al-Qaeda, sono in possesso di MANPAD in grado di abbattere un aereo di linea civile.
16/12/2004