La scarcerazione di Vanunu, "cristiano" e "traditore"
Gerusalemme (AsiaNews) - La scarcerazione questa settimana di Mordechai Vanunu è stata un evento mediatico di primo piano in Israele. Il tecnico nucleare (laureato in filosofia) che, da testimone oculare, confermò al Sunday Times le notizie circa l'arsenale nucleare israeliano, fu sequestrato dagli 007 israeliani sul suolo italiano, processato in segreto e tenuto 11 anni in totale isolamento. É uscito dalla prigione il 21 aprile, dopo aver scontato la pena di 18 anni di reclusione per "alto tradimento e spionaggio".
La scarcerazione è avvenuta contro il parere del Capo della sicurezza del sistema di difesa, che voleva la prigionia prolungato a tempo indefinito, sotto la rubrica di "detenzione amministrativa". un parere respinto La procura generale dello Stato ha respinto il suo parere, che rischiava di essere bocciato in Cassazione per incostituzionalità. Nonostante ciò, per decreto amministrativo, Vanunu è sempre soggetto a molte restrizione, fra cui la proibizione di lasciare il paese. Le proibizioni e le minacce di essere ri-arrestato non hanno frenato Vanno, che si è concesso volentieri ai mass media. Egli ha spiegato che la condanna subita per altro tradimento e spionaggio non è giustificata, dal momento che lui non ha consegnato i temibili segreti nucleari a potenze straniere, o nemiche, ma - mediante il celebre settimanale britannico - al pubblico. Egli afferma di aver fatto questo "per motivi di coscienza cristiana e civile", perchè non è ammissibile, ritiene, che il vertice politico e militare israeliano prenda decisioni così importanti, come lo sviluppo e il dispiegamento delle armi nucleari senza riferimento al parlamento e all'opinione pubblica; e perchè, per la pace della regione e del mondo, Israele dovrebbe sottoporsi al regime giuridico internazionale della non-proliferazione nucleare e permettere ispezioni internazionali delle proprie istallazione nucleari.
E' difficile descrivere tutta la ferocia dell'"establishment" israeliano contro Vanunu. In conformità con un'intesa raggiunta gia alla fine degli anni '60 con la Presidenza Usa, Israele può tenere le armi nucleari a condizione che non lo ammetta ufficialmente. Si tratta di una politica chiamata "opacità nucleare". É vero che "tutti sanno" che queste armi ci sono, che vi sono numerosi libri, articoli e siti web sull'argomento, ma l' "opacità" ufficiale ne rimane indisturbata.
Le rivelazioni di Vanuno creano problemi e imbarazzi perchè si tratta della testimonianza resa da un protagonista, anche se un umile tecnico. In subordine, lo Stato teme complicazioni diplomatiche dalle eventuali rivelazioni circa il sequestro di persona operato dai suoi agenti segreti sul suolo italiano.
Vanunu è un cristiano. Si è convertito all'anglicanesimo durante il soggiorno in Australia, poco meno di 20 anni orsono, poco dopo aver lasciato il lavoro alla centrale nucleare super-segreta nel sud di Israele. Per i politici e i militari israeliani, questa conversione sarebbe prova di "instabilità mentale" e "deficienza caratteriale". In occasione della scarcerazione, persino il capo del centrosinistra, il celebre Shimon Peres - il "padre" dell'impresa nucleare di Israele, durante i suoi anni alla Difesa ha affermato con dichiarazioni furiose che la conversione di Vanunu al cristianesimo equivale, per gravità, all'alto tradimento politico.
Destra e sinistra si uniscono nel coro di condanna per Vanunu, e soltanto le frange più marginali della sinistra più estrema presentano una percezione diversa della sua persona e del suo operato. Dopo la scarcerazione, Vanunu si è diretto verso la Cattedrale anglicana a Gerusalemme dove ha festeggiato la riacquistata libertà con i sostenitori - in massima parte venuti dall'estero. Rimane in attesa di poter riavere una libertà piena, compresa la libertà di lasciare il paese e rifarsi una vita all'estero. (MA)