La guerra del Cremlino all’ultimo zar di Mosca
Mosca (AsiaNews) - L’esercito degli ex potenti di Russia spodestati dal Cremlino e costretti all’autoesilio in Europa potrebbe presto contare tra le sue nuove leve il sindaco di Mosca Yuri Luzhkov e sua moglie, l’“oligarchessa” Elena Baturina. Il potente governatore della capitale è ormai ai ferri corti con il presidente Dmitri Medvedev e le sue “dimissioni” sembrano sempre più vicine. A confermarlo è la pesante campagna stampa di screditamento organizzata ai suoi danni e portata avanti dalla tv di Stato Ntv. Secondo i media stranieri, la coppia più ricca del Paese ha già preparato il suo esilio d’orato in Austria o Inghilterra, mentre iniziano a circolare i primi candidati papabili alla poltrona di primo cittadino.
Le colpe della coppia più ricca di Mosca
Agli occhi del Cremlino, i Luzhkov concentrano nelle loro mani un potere eccessivo in un’area come quella della capitale, di importanza strategica. Durante il quasi ventennale regno del marito, la Baturina da semplice impiegata comunale è diventata l’“oligarchessa del mattone”. Con un patrimonio netto di 2,9 miliardi dollari, per la rivista economica Forbes è la terza donna più ricca del mondo e senza concorrenti in patria. Non è un caso che negli ultimi 10 anni il mercato immobiliare di Mosca sia diventato un mix inestricabile di speculazione e corruzione, in cui spadroneggia una classe di “palazzinari” senza scrupoli. Al loro business partecipa, secondo gli attivisti per la tutela del patrimoni storico, anche il comune: l’80% dei progetti edili coinvolge la società di sviluppo immobiliare Inteko, che fa capo alla moglie del sindaco, appunto.
E proprio quella di una politica che mette avanti gli interessi personalistici al bene comune è l’accusa mossa a Luzhkov dal Cremlino. Che nell’ultima settimana ha fatto partire una pesante campagna stampa, volta a screditare la figura del primo cittadino e della sua potente moglie. Il canale Ntv, controllato dal colosso energetico statale russo Gazprom, da sempre vicino a Medvedev, ha trasmesso una serie di inchieste giornalistiche sui privilegi della coppia, che ha subito querelato l’emittente. Il direttore generale della rete, Vladimir Kulistikov, ha risposto di essere pronto a dimostrare la veridicità dei fatti e ad andare avanti in quella che ormai è una “guerra aperta”. Il rischio del “ben servito” pende sulla testa di Luzkhov da mesi: il presidente russo non perdona al sindaco la gestione caotica dell’emergenza smog e incendi, che questa estate ha messo in ginocchio la capitale e di aver contestato la sua decisione di sospendere il progetto dell’autostrada Mosca-San Pietroburgo, in seguito a massicce proteste popolari.
Su Luzhkov si gioca la sfida per il potere tra Medvedev e Putin
Ma al di là delle motivazioni politiche ufficiali, l’uscita di scena di Luzkhov secondo alcuni analisti, va legata alla strisciante lotta di potere in corso tra Medvedev e Putin, in vista delle presidenziali del 2012. Putin, anche compagno di partito di Luzhkov in “Russia Unita”, potrebbe decidere di difenderlo non accettando eventuali dimissioni e aprendo così uno scontro frontale con il presidente. Ma si tratta di una soluzione drastica che al momento non converrebbe a nessuno. Per ora Luzkhov si è preso una vacanza e sono in molti a credere che non tornerà in patria. Secondo il Financial Times, i coniugi Luzkhov ripareranno a Londra, dove la Baturina sarebbe già la padrona della seconda residenza più grande della capitale britannica dopo Buckingham Palace, la Witanhurst del valore stimato intorno ai 100 milioni di sterline. Nella città inglese già risiedono illustri connazionali dei Luzkhov come i miliardari Roman Abramovich, patron del Chelsea, e Boris Berezovsky, il più potente degli oligarchi dell’era Eltsin. Proprio per la forte presenza di espatriati russi, la capitale britannica è stata rinominata Londograd.
Se, invece, la coppia scegliesse di scomparire del tutto dalla scena, stando al quotidiano austriaco Die Press, potrebbe sempre scegliere di ritirarsi a Kitzbuhel, in Tirolo, dove la Baturina ha già fatto investimenti.
Così, si inizia a parlare di successione. Il quotidiano russo Vedomosti rivela una rosa di tre papabili alla poltrona di sindaco, che in Russia è nominato dal Cremlino: il vice premier Sergei Sobyanin; il ministro delle Emergenze Sergei Shoygu e l’ex governatore di Kaliningrad Georgij Boos.
20/04/2017 11:01