30/11/2011, 00.00
CINA
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La Cina e i disabili, piccoli segnali di speranza per il futuro

La nuova legge sulle Ong preparata dal Guangdong riaccende il dibattito sui portatori di handicap e sul modo in cui la società cinese li considera. Una fonte di AsiaNews che lavora da anni nel sociale: “Testimoniamo piccoli passi in avanti, la situazione sembra migliorare anche per una categoria da sempre tenuta ai margini”.
Guangzhou (AsiaNews) - La nuova legge all’esame del governo del Guangdong sulla registrazione delle Organizzazioni non governative in Cina riapre il dibattito sulla situazione dei disabili nel Paese e sull’atteggiamento che la società riserva loro. Diverse fonti, contattate da AsiaNews, spiegano che la bozza di legge “rappresenta un passo avanti non tanto nel campo della registrazione delle Ong, quanto nella visione che la Cina riserva ai portatori di handicap”.

Secondo la bozza, il Guangdong (la provincia più ricca del Paese, vero “motore” della crescita economica) si prepara a eliminare la figura del “patrono governativo”, obbligatorio per ogni Organizzazione non governativa che voglia registrarsi e quindi operare nel territorio cinese. Questa figura è il più grande ostacolo che le Ong incontrano sul loro cammino: spesso si tratta di un controllore del governo, che limita molto l’operato sociale delle Organizzazioni.

La nuova legge, che dovrebbe entrare in vigore il prossimo 1° luglio, riguarda 8 categorie di Ong: diversi analisti spiegano però che nelle categorie non rientreranno quelle che si occupano di diritti umani o politici. Una fonte di AsiaNews spiega: “Le leggi in Cina sono sempre complicate da analizzare. Ma il fatto che si parli dei disabili, che si parli delle Organizzazioni non governative che se ne prendono cura, è di fatto segno di una grande apertura”.

Un’altra fonte, che lavora a Guangzhou in una casa famiglia per disabili, concorda con l’analisi: “La Cina ha sempre avuto un atteggiamento molto difficile nei confronti della malattia. Ma in questi ultimi tempi qualcosa sta cambiando: nei mesi scorsi, ad esempio, abbiamo organizzato una cena di gala per raccogliere fondi a favore dei nostri assistiti. E, per la prima volta, è stato un gruppo di cinesi a fornirci quello che ci serviva. Di solito sono gli stranieri a fare la parte principale”.

Per motivi culturali e politici, la società cinese ha sempre avuto una repulsione naturale per i disabili: tenuti chiusi in casa e discriminati come non facenti parte della popolazione, sono stati oggetto di vere e proprie persecuzioni quotidiane. Ma la legge, e queste testimonianze, sembrano rivoluzionare l’analisi sulla loro situazione.

Insomma, conclude la fonte, “aumenta in maniera palpabile la simpatia e l’interesse per la questione. Non è una cosa da poco, sono segnali importanti perché è proprio la discriminazione sociale il peggior nemico che dobbiamo affrontare ogni giorno. Di questa legge non so molto, ma secondo me simboleggia proprio il fatto che, alla fine, i disabili sono divenuti parte del Paese”.
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