01/02/2007, 00.00
INDIA
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L'India e la "lectio" di Regensburg: aprire la ragione alla fede

di Nirmala Carvalho
Il vescovo Dabre sottolinea che nella ‘lectio’ di Benedetto XVI c’è la radice del rispetto per le diversità culturali e quindi della necessità del dialogo. L’Occidente promuove la bellezza dell’apparire, ma c’è anche una bellezza dell’anima.

Vasai (AsiaNews) - Trovare il giusto equilibrio tra materialismo e spiritualità, aprire la ragione alla fede e la globalizzazione al rispetto delle diverse culture e quindi al dialogo. Sono i punti della lezione di Regensburg - rilanciata ancora domenica scorsa all’Angelus da Benedetto XVI - che mette in luce mons. Thomas Dabre, vescovo di Vasai, già presidente della Commissione dell’episcopato indiano per la dottrina della fede.

Il vescovo, che ha avuto il dottorato su Tukaram, poeta mistico del 17/mo secolo, ed è impegnato nella promozione del dialogo interreligioso ed interculturale, ha accettato di parlare con AsiaNews sul senso delle affermazioni del Papa, anche nella prospettiva del suo Paese.

“La più recente riflessone del Papa – afferma - ci aiuta a capire il punto centrale della ‘lectio’ di Regensburg che, purtroppo, è stata stravolta da scomposte controversie. L’Occidente è abbastanza nel giusto quando afferma il valore della ragione, ma sbaglia quando chiude le porte alla trascendenza. La mente e il cuore dell’uomo, l’anima e il corpo sono fatti ugualmente per la ragione e la fede. Così, sopravvalutando il ruolo della ragione e dimenticando la fede, l’Occidente le danneggia entrambe, fede e ragione, e ciò è dannoso e pericoloso”.

“All’interno della prosperità materiale dell’Occidente – aggiunge - ci sono molti aspetti deteriori. C’è l’omosessualità, la maternità infantile, le madri single, i matrimoni gay, gli aborti, la pornografia, il divorzio, la dispersione delle famiglie, l’abuso di potere e altro.

Questo è il motivo per il quale il Santo Padre ha ragione nel richiamare l’attenzione dell’Occidente ad un felice connubio tra ragione e fede. Miliardi di persone, nel mondo, hanno fede in Dio. Per avere un dialogo con le diverse religioni e culture, l’Occidente razionalista deve essere aperto ai popoli credenti. Nel mondo globalizzata, non possiamo essere auto-soddisfatti solo con il nostro approccio. Dobbiamo essere aperti a quello degli altri. Di conseguenza, il dialogo è indispensabile. Per vivere in pace e armonia nel mondo di oggi, segnato da mobilità e interdipendenza, abbiamo bisogno di avere lo spirito del dialogo, altrimenti ci saranno tensioni. La pace mondiale domanda uno spirito aperto al dialogo”.

“E’ anche vero – dice ancora mons. Dabre - che oggi c’è un dominio della cultura occidentale in diverse parti del mondo. Un modello monoculturale si sta imponendo nel mondo. Ma è un errore sopprimere i valori delle cultura diverse. Ciò impoverirà il mondo, a parte il fatto che, con la diffusione della cultura occidentale, un eccessivo materialismo ed alcune forme di comportamenti contro natura sono trasmessi ai Paesi orientali”.

“Lasciateci non essere trascinati via dalla globalizzazione… La cultura indiana è malridotta a causa della globalizzazione, che sta promuovendo il materialismo a prezzo della spiritualità. La globalizzazione promuove l’importanza dell’apparire, del modo fisico di presentarsi, ma, accanto agli istituti di bellezza e alle palestre, debbono esistere anche istituti di bellezza per le anime. Certo, non si può respingere la globalizzazione, ma è giunto il momento di trovare un equilibrio tra materialismo e spiritualità”.

Esprimendo poi la sua profonda preoccupazione per la diffusione del terrorismo nel monso, India compresa, mons. Dabre sostiene che è responsabilità dei leader spirituali diffondere il vero senso della religioni ai loro seguaci. E preoccupa anche la diffusione dell’Aids in India. “La cultura indiana ci insegna a guadare alla donna come madre, sorella, figlia o cognata. Non approva i rapporti extramatrimoniali o prematrimoniali. Ma non è così nella cultura occidentale”.

 

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