17/05/2013, 00.00
CINA
Invia ad un amico

Kunming, centinaia di persone scendono in piazza contro una raffineria

La protesta si è tenuta ieri davanti al palazzo del governatorato provinciale. I manifestanti hanno occupato le strade per ore sfidando un enorme cordone di polizia. Per evitare scontri il sindaco ha aperto una mediazione con la società civile. Il 4 maggio migliaia di persone avevano manifestato contro il progetto della raffineria altamente inquinante.

Kunming (AsiaNews/ Agenzie) - Centinaia di persone protestano a Kunming (Yunnan) contro la costruzione di una nuova raffineria. Ignorando le minacce del governo locale, che ha vietato qualsiasi tipo di manifestazione, la gente si è riversata davanti alla sede del governatorato provinciale, sfidando la presenza di un folto cordone di polizia. La protesta si è tenuta ieri, ma solo questa mattina la notizia è apparsa sui media. Al momento la polizia ha arrestato un manifestante. Iniziata alle 14,00 la manifestazione si è protratta per diverse ore, finché le autorità non hanno aperto una mediazione.

Questa è la seconda volta che la popolazione di Kunming scende in strada in protesta contro il governo locale. Il 4 maggio scorso in migliaia hanno bloccato la città per chiedere la cancellazione del progetto che prevede la costruzione di una raffineria a circa 30 km dalla città, nella località di Anning. L'impianto di proprietà della China National Petroleum Corporation produrrà all'anno oltre 10 milioni di tonnellate di materiale raffinato, rilasciando nell'aria il pericoloso "parassilene" idrocarburo cancerogeno. Gli abitanti contestano anche l'enorme consumo di acqua del massiccio progetto, che aumenterebbe la siccità che da diversi anni colpisce la provincia. In questi mesi le autorità di Kunming hanno cercato di convincere la popolazione sull'impatto limitato dell'impianto, ma si sono rifiutati di presentare la relazioni su eventuali danni ambientali invocando il segreto di Stato.

Dopo la protesta di ieri, Li Wenrong, sindaco della città, ha promesso di migliorare la trasparenza del governo e di ascoltare le richieste del pubblico, aprendo anche un sito internet per raccogliere le domande. Il primo cittadino ha affermato che la realizzazione del progetto dipende anche dalle reazioni dell'opinione pubblica, ma ha respinto l'idea di alcuni manifestanti di indire un referendum popolare. "Nel nostro Paese - spiega - non ci sono precedenti di votazioni, quindi è molto improbabile che ciò venga mai autorizzato". Li ha fissato una riunione con alcun i rappresentanti della cittadinanza per il prossimo 22 maggio, ma ha dichiarato che eviterà di rispondere alle domande relative alla cancellazione del progetto.

La società civile e la popolazione cinese iniziano a ribellarsi sempre più di frequente contro l'inquinamento che sta devastando il Paese. La gente si scambia informazioni soprattutto attraverso internet e social network. Nel 2011 a Dalian migliaia di manifestanti hanno manifestato contro una fabbrica di agenti chimici, costringendo le autorità a infliggere una pesante multa a una compagnia petrolifera che ha inquinato lo Shandong. Il caso di Wukan (Guangdong) esploso nel settembre 2011, che ha visto per la prima volta una sorta di vittoria della popolazione sul potere centrale, ha spinto in questi anni diversi leader di villaggi e città a cercare la mediazione con la popolazione invece delle repressione.

 

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Guangdong, 1000 persone dimostrano contro la costruzione di una fabbrica chimica
31/03/2014
Ningbo: 51 arresti per le proteste della popolazione contro l'inquinamento
30/10/2012
La “carota” di Pechino non nasconde il “bastone” del Partito
31/07/2012
Haimen, secondo giorno di proteste contro il governo e l'inquinamento
22/12/2011
Wukan, il Pcc ai media: Cancellate ogni notizia sul “villaggio della democrazia”
23/06/2016 08:49


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”