Jakarta: doppio attentato in un tempio buddista, tre feriti
Jakarta (AsiaNews) - Le forze di sicurezza indonesiane stanno interrogando otto testimoni oculari, che potrebbero fornire dettagli utili a indentificare l'attentatore che ieri ha fatto esplodere due piccoli ordigni in un tempio buddista della capitale. La carica esplosiva, di lieve entità, ha causato il ferimento di tre persone, ma non si sono registrate vittime. Suryadharma Ali, ministro per gli Affari religiosi, condanna il gesto perché "non rispetta la santità del mese sacro di Ramadan"; egli parla di gesto "maledetto e barbaro" e auspica che venga fatta giustizia. Fra i resti degli ordigni gli inquirenti hanno rinvenuto alcuni messaggi e slogan, che inneggiano alle violenze confessionali contro i birmani (in larga parte buddisti), ritenuti responsabili di violenze e persecuzioni contro la minoranza musulmana Rohingya in Myanmar.
Regnano ansia e preoccupazione fra la popolazione indonesiana per il doppio attacco contro l'Ekayana Buddhist Center, un luogo di culto buddista che sorge a Kebun Jeruk, area di West Jakarta. Un primo ordigno è stato collocato all'ingresso principale; un secondo è esploso all'interno della struttura, provocando il ferimento di tre persone.
Le bombe sono esplose investendo alcuni fedeli, che si erano recati al tempio per una sessione di preghiera. Gli indonesiani hanno reagito con sdegno e ira alla notizia dell'attacco, avvenuto durante il mese sacro di digiuno e preghiera islamico e a pochi giorni dalla festa di Idul Fitri, che segna la fine del Ramadan.
Djoko Suyanto, ministro per la Sicurezza e gli affari politici, condanna l'attentato e invita la polizia a condurre un'indagine rapida e approfondita, per scongiurare ulteriori episodi di violenza. Le telecamere a circuito chiuso avrebbero inquadrato un uomo, mentre abbandonava due pacchi all'interno della struttura. Tuttavia, finora non si sono registrate rivendicazioni ufficiali del gesto e nessun movimento estremista se ne è assunta la paternità.
Nel maggio scorso era stato sventato un attentato all'ambasciata birmana a Jakarta, collegato secondo gli esperti all'appello lanciato in precedenza da Abu Bakar Bashir, l'ispiratore della strage di Bali del 2002 che ha provocato oltre 200 morti, che invita al jihad contro il Myanmar. Il leader islamico punta il dito contro il governo di Naypyidaw, colpevole di "genocidio" nei confronti della minoranza musulmana. Le autorità birmane hanno proposto il controllo delle nascite, per limitarne la crescita, mentre esercito e nazionalismo religioso buddista sfruttano il clima di tensione (decine i morti negli ultimi mesi) per mettere a rischio il processo di democratizzazione avviato dal presidente riformista Thein Sein.