Jakarta blocca gli islamisti: A capo del distretto musulmano resta una cristiana
Jakarta (AsiaNews) - Le autorità di Jakarta hanno confermato la nomina di Susan Jasmine Zulkifli, cristiana protestante, a capo del sotto-distretto di Lenteng Agung (a larga maggioranza musulmana), respingendo al mittente le richieste di sostituzione avanzate da una piccola parte della comunità islamica. Eko Haryadi, portavoce dell'amministrazione della capitale indonesiana, chiarisce che "a livello giuridico e ufficiale è il capo del sotto-distretto di Lenteng Agung, anche se non è di fede musulmana". Il funzionario mette così fine alle polemiche che infuriano da due giorni nell'area, aggiungendo che "tutte le procedure sono state espletate" dopo una selezione attenta e adeguata, per questo "non vi saranno avvicendamenti".
La vicenda è emersa il 20 agosto, quando un abitante del distretto di nome Naser Nasrullahe (di fede musulmana) ha dichiarato di aver stilato una lista di almeno 2.300 nomi - correlata da 1.500 carte di identità - relativa a persone della zona che chiedono l'allontanamento del nuovo capo. Dietro la protesta, vi sarebbe la religione cristiana professata dalla donna; a questo si aggiunge il fatto che il distretto ha una chiara predominanza islamica con 22 moschee, 59 centri di preghiera minori e centinaia di spazi per la recita del Corano.
Tuttavia, fonti locali riferiscono che le presunte richieste di dimissioni sono rimaste solo parole vuote. Nessuno, infatti, ha presentato in via ufficiale petizioni presso la municipalità di Jakarta, unico ente preposto a rimuovere i capi distretto. Un secondo elemento di dubbio è rappresentato dal fatto che non si hanno prove dell'esistenza di migliaia di firme o documenti di identità che certificherebbero la "volontà popolare" di allontanamento della funzionaria cristiana. E ancora, per la maggioranza degli indonesiani la richiesta è "un pretesto privo di fondamento", sfruttato solo per soddisfare la pancia dell'ala estremista islamica ma senza presa effettiva sulla popolazione.
In queste ore si levano sempre più numerose le voci in difesa di Susan Jasmine Zulkifli, in internet e sui social network, e fra le organizzazioni pro diritti umani, come il Forum of Lenteng Agung Residents for Reformation (Formala), che ha rilanciato il proprio sostegno alla donna.
In realtà, dietro l'attacco vi sarebbe il tentativo della frangia estremista di delegittimare le personalità cristiane che acquistano sempre più peso e spazio politico nel Paese musulmano più popoloso al mondo; in cui la libertà religiosa e la parità dei diritti son garantiti dalla Costituzione e sono fondamento dello Stato, ma non sempre vengono rispettati. E fra i leader politici, quello che ha destato maggior risentimento in seno all'ala islamista è il vice-governatore di Jakarta Basuki Tjahaja Purnama, meglio conosciuto col soprannome di Ahok, anch'egli protestante.
Assieme al governatore Joko Widodo (Jokowi), Ahok ha costituito un tandem di governo che ha saputo migliorare la qualità di vita nella capitale, adottando una serie di leggi che hanno riscosso il plauso della popolazione. Per questo è ragionevole ipotizzare che una parte del Paese sfrutti il pretesto della religione, per sferrare attacchi di natura "prettamente politica", nel tentativo di gettare discredito sugli avversari e recuperare il consenso perduto. Esperti di politica indonesiana confermano infatti che, nei prossimi mesi, è plausibile ipotizzare un'escalation di questi attacchi e che avranno come principale obiettivo il governatore Jokowi e il suo vice Ahok. Del resto, gli islamisti vedono come il fumo negli occhi la collaborazione attiva fra leader cristiani e musulmani; anche e soprattutto quando garantisce ottimi risultati come sta avvenendo a Jakarta.