05/12/2005, 00.00
india
Invia ad un amico

India, crisi per i call center "centro di sfruttamento"

Il settore dell'information technology indiano è in forte crescita ma un'indagine del Ministero del Lavoro denuncia precarietà e sfruttamento dei lavoratori nei call center.

New Delhi (AsiaNews/Scmp) - Il settore dell'Information Technology indiano sta affrontando una profonda crisi in seguito alla pubblicazione di uno studio che denuncia sfruttamento e precarietà dei circa 350 mila operatori del settore. Il noto Istituto nazionale di ricerca sul lavoro V.V.Giri, affiliato al ministero indiano del Lavoro, ha denunciato la misera condizione dei lavoratori precari nei call center che operano per conto di società straniere. Queste hanno deciso da tempo di delocalizzare le loro attività in India a causa del basso costo della mano d'opera rispetto ai paesi di origine.

I risultati dell'indagine parlano di eccessivo controllo dei lavoratori e di un alto livello di disturbi mentali e fisici dovuti allo stress e alla politica di sfruttamento degli operatori da parte delle imprese. Questi dati hanno avuto ripercussioni politiche molto pesanti in seguito alle dichiarazioni di Dayanidhi Maran, ministro dell'Information Technology, che in passato aveva descritto i call center come "l'orgoglio della nazione".

Babu Ramesh, lo studioso indiano che ha intervistato circa 350 impiegati dei call center di New Delhi per conto dell'isituto di ricerca, sostiene che "le condizioni di lavoro degli impiegati dei call center sono aggravate da pesanti carichi di lavoro che hanno un inevitabile impatto sulla salute degli operatori a causa dei turni lavorativi delle imprese che devono coincidere necessariamente con quelli delle società straniere che utilizzano il servizio". Secondo l'indagine, infatti, le aziende del settore non danno alcuna sicurezza di impiego a lungo termine ai lavoratori, visto che nella maggior parte dei casi i contratti sono a tempo determinato e costringono gli operatori a turni lavorativi notturni massacranti per garantire il servizio alle società europee, americane e giapponesi.

 In India le società che operano nell'Information Technology sono in forte crescita. Solo 4 anni fa questo settore contava 42 mila lavoratori, a fronte dei 350 mila attuali. Nel biennio 2004-2005 le imprese di call center hanno guadagnato circa 5,2 miliardi di dollari e per i prossimi 2 anni gli esperti prevedono una crescita del volume di affari superiore al 40%.

L'organizzazione dei sindacati indiani (Citu) è collegata al potente Partito comunista nazionale (Cipi), che da tempo si batte per migliorare le condizioni di lavoro degli operatori dell'information technology. Il sindacato sta avviando una serie di contatti a tutti i livelli per arrivare ad una riforma  concreta del settore. Secondo Chittabrata Majumdar, alto dirigente del Citu, i dati contenuti nel rapporto presentato dall'istituto V.V. Giri sono molto importanti e non devono essere sottovalutati perchè "il settore dell'Information Techonolgy non può continuare a violare i diritti fondamentali dei lavoratori solo perchè genera occupazione o favorisce la crescita di scambi commerciali con l'estero". 

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Call-center: fonte di lavoro per i filippini, ma un rischio per salute, famiglia e spirito
26/01/2010
Shan: i combattimenti al confine cinese svelano la vastità del business delle truffe online
10/01/2024 13:30
Operai cinesi in sciopero per formare un sindacato
21/04/2005
Lo Sri Lanka alza l’età minima per il lavoro da 14 a 16 anni
13/06/2020 08:00
La faccia oscura della crescita coreana: lavorare alla Samsung uccide
10/05/2012


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”