30/03/2005, 00.00
INDONESIA
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I cristiani si mobilitano per aiutare i terremotati di Nias

di Mathias Hariyadi

Frati cappuccini e clarisse in prima fila negli aiuti alle vittime del sisma. Conventi trasformati in centri di rifugio; molti religiosi partono volontari per soccorrere la popolazione.

Jakarta (AsiaNews) – Le perdite e i danni subiti a causa del terremoto del 28 marzo scorso, non hanno impedito alla Chiesa cattolica dell'isola di Nias, di impegnarsi in prima persona negli aiuti alle vittime del sisma, che potrebbe aver ucciso fino a 2 mila persone nella zona.

Secondo la testimonianza rilasciata ad AsiaNews da suor Petronella Lie, dell'Ordine delle suore della Carità di Nostra Signora della Grazia (SCMM), sacerdoti e religiose lavorano in stretto contatto per offrire soccorso agli abitanti dell'isola. I primi a mobilitarsi sono stati i frati cappuccini e le suore dell'Ordine di Santa Chiara, presenti a Nias. La suora racconta che centinaia di abitanti, temendo l'arrivo di onde anomale, hanno subito lasciato le loro case per rifugiarsi in posti più sicuri, come il convento dei Cappuccini sulla montagna di Lampu.

Nias e Simeuleu  sono  le zone più colpite dal sisma di 8,5-8,7 gradi Richter, che due giorni fa ha fatto scattare l'allarme tsunami tra i paesi dell'oceano Indiano, ancora prostrati dalla catastrofe del 26 dicembre 2004. Nias, con almeno 220 mila abitanti è una regione a maggioranza cristiana e rientra nella diocesi di Sibolga.

Suor Lie racconta che alcuni suoi parenti sono "feriti o morti sotto le macerie di edifici crollati a causa del terremoto". La religiosa non è l'unica ad aver subito perdite. Padre Barnaba Winkler, cappuccino italiano in Indonesia da 35 e amministratore della diocesi di Sibolga, è stato gravemente ferito dal crollo del tetto nella chiesa di Gunung Sitoli, capoluogo di Nias, che è rimasta semidistrutta.

Nonostante il dolore o la sofferenza che li ha colpiti, i religiosi si sono mobilitati subito a favore dei bisognosi. Suor Lie ha chiesto di poter sospendere i suoi impegni giornalieri al Koptari (un forum di dialogo tra esponenti cristiani in tutta l'Indonesia) e lasciare Jakarta alla volta di Nias. "Ho deciso di rendermi disponibile per partire come volontaria a Nias – racconta la suora – per questo è necessario ed urgente che il Koptari mi dia il suo permesso". Suor Lie lancia poi un appello a tutta la comunità cattolica: "Per riuscire nel difficile compito di aiutare questa gente che soffre, abbiamo bisogno delle vostre preghiere e del vostro sostegno ".

La religiosa racconta anche dell'impegno di un suo ex compagno di scuola a Nias e ora parroco di Gunung Sitoli: il cappuccino Raymond Laia, che "ha subito accolto numerosi sfollati nel rettorato della sua chiesa, mettendosi a loro completa disposizione".

Suor Lie ha poi riferito che il convento delle SCMM è in buone condizioni, ma molte suore si sono temporaneamente trasferite "nel più sicuro convento delle Clarisse".

Gli interventi di soccorso alle vittime del terremoto di Nias hanno mobilitato anche i cristiani protestanti. La chiesa del Sinodo indonesiana (PGI) ha lanciato oggi un'urgente raccolta fondi per soccorrere la popolazione colpita dal sisma.

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