Gli islamisti cacciano le suore dalla Libia, la popolazione prega per un loro ritorno
Roma (AsiaNews) - "Gli estremisti islamici ci hanno intimato di andare via, non la popolazione libica, che invece ci ha protetto venendoci a visitare tutti i giorni fino alla nostra partenza". È quanto afferma ad AsiaNews, suor Celeste Biasolo, ex superiora del convento della Sacra Famiglia di Spoleto a Derna, costretta in ottobre a lasciare la Libia insieme a quattro consorelle, a causa del dilagare degli estremisti islamici nella Cirenaica. La situazione descritta dalla religiosa è confermata anche da mons. Martinelli, vicario apostolico di Tripoli, che di recente ha sottolineato che altre due comunità religiose lasceranno la Cirenaica dopo aver subito minacce dagli islamisti: le suore Francescane del Gesù Bambino di Barce e le Orsoline del Sacro Cuore di Gesù di Beida.
Suor Celeste Biasolo parla di un clima di paura in Cirenaica, che sta colpendo soprattutto i libici :"La stessa popolazione musulmana è terrorizzata da questa situazione. Le gente di Derna rimpiange la nostra presenza e spesso ci contatta implorandoci di tornare. A Natale oltre 100 famiglie hanno telefonato al nostro convento a Spoleto per farci gli auguri". "In Cirenaica - spiega - gli islamisti non vogliono colpire la Chiesa in quanto tale, ma gli occidentali, e purtroppo noi siamo viste come stranieri. Ciò accade perché il Paese è senza un governo e non riesce a garantire nemmeno la sicurezza dei suoi cittadini".
La presenza delle Suore della Sacra Famiglia di Spoleto in Libia risale al 1921. È stato lo stesso fondatore dell'Istituto, il beato Pietro Bonilli, a voler aprire una missione in Cirenaica, nella città di Derna. Suor Celeste nota che fino alla loro partenza, la missione delle religiose e della Chiesa in Libia si è concentrata soprattutto sull'assistenza sanitaria e la cura degli anziani. "In questi anni - afferma - abbiamo tentato di testimoniare con la presenza umanitaria la gioia della vita, propria dei cristiani e del Vangelo". Secondo la religiosa è questo sguardo che ha colpito la popolazione musulmana che continuano a considerare le suore una parte fondamentale della loro comunità.