Giordania, donna cristiana contraria al velo perde il lavoro
Amman (AsiaNews) - E' allarme discriminazione religiosa in Giordania dopo che la Jordan Dubai Islamic Bank (Jdib) di Amman, ha licenziato una donna cristiana, Vivian Salameh, perché si è rifiutata di indossare il velo, imposto dal nuovo regolamento della banca. Oggi, la comunità cristiana giordana ha lanciato un appello ai media in difesa della libertà religiosa e del dialogo fra musulmani e cristiani.
Padre Rif'at Bader, sacerdote del Patriarcato latino e direttore del Centro cattolico di ricerca sui media, afferma che "nel Paese è in atto un'islamizzazione silenziosa della società. I Paesi del Golfo sfruttano le banche islamiche per introdurre fra la popolazione i precetti della sharia". "Nessuno - continua - è mai stato discriminato perché cristiano. Il governo non deve permettere che tali fatti si ripetano sul suo territorio. La nostra Costituzione difende la libertà di culto".
Nel 2010, la Jdib assorbe la Industrial Development Bank , dove Vivian Salameh lavorava da 25 anni. All'inizio i dirigenti islamici si impegnano da contratto a rispettare il personale non islamico dell'istituto. Nel 2011 essi impongono un nuovo regolamento ispirato alla sharia, imponendo a tutte le impiegate donne di indossare una divisa e il velo islamico. La Salameh accetta l'uniforme, ma non il niqab, considerando l'obbligo una violazione delle leggi sulla libertà religiosa vigenti nel Paese. Dopo varie discussioni con i suoi dirigenti e due lettere di richiamo, il 21 maggio 2012 la donna si accorda per indossare il velo solo per coprire le spalle. Invitata a ritirare l'indumento presso l'ufficio del personale, la donna scopre di essere stata licenziata senza motivo. Su consiglio di p. Rif'at la donna ha sporto denuncia contro i suoi datori di lavoro e se necessario porterà il caso fino alla Corte suprema.
26/11/2018 08:13
11/10/2016 13:06
09/09/2016 11:37