Film anti-islam, proteste in India. Gli imam richiamano alla calma
Srinagar (AsiaNews) - La protesta contro il film blasfemo su Maometto non si ferma e arriva in India. In Jammu e Kashmir, centinaia di musulmani oggi si sono riversati nelle piazze, bruciando bandiere israeliane e americane, chiedendo che la pellicola sia rimossa da Youtube e da tutti gli altri social network. Fonti locali di AsiaNews riferiscono che al momento non ci sono episodi di violenza. Questa mattina infatti, il primo ministro indiano Manmohan Singh ha visitato lo Stato, e il nutrito numero di forze dell'ordine ha aiutato a prevenire incidenti.
Per "vendicare" la diffusione del film che offende la figura di Maometto, l'11 settembre scorso un gruppo armato ha attaccato il consolato Usa a Bengasi (Libia). Nell'attentato, l'ambasciatore Christopher Stevens e tre suoi collaboratori hanno perso la vita. La protesta contro la pellicola si è poi diffusa in altri Paesi islamici.
Le manifestazioni si concentrano nella valle del Kashmir, dove la presenza musulmana è di oltre il 90%. La gente ha iniziato la sua protesta al termine della preghiera del venerdì, intonando slogan contro il regista del film. Nei loro sermoni, gli imam hanno fatto appello alla comunità di non commettere atti vandalici contro proprietà pubbliche e private nel corso della protesta. "È nostro diritto - ha detto un leader islamico - protestare contro questo atto ignobile, perpetrato per ferire i sentimenti dei musulmani. Tuttavia, non dobbiamo indulgere in gesti distruttivi. Dobbiamo rimanere pacifici".
Mohammed Yousuf Tarigami, parlamentare del Partito comunista (marxista) in Jammu e Kashmir, ha condannato sia il video e che le successive reazioni violente: "C'è stato sufficiente spargimento di sangue in tutto il mondo. Dobbiamo sforzarci di promuovere la pace e l'armonia. Cose simili non aiuteranno in questa direzione".
20/09/2012