12/11/2010, 00.00
GIORDANIA
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Elezioni in Giordania, vincono i filogovernativi

Secondo dati del governo l’affluenza alle urne è stata del 53%, nonostante il boicottaggio dell’Islamic Action Front. L’opposizione ha contestato i risultati del voto, da loro giudicato truccato. Elette 13 donne, con un seggio in più rispetto a quelli previsti.

Amman (AsiaNews/Agenzie) – Alle elezioni parlamentari in Giordania hanno trionfato in maniera netta i candidati filogovernativi e vicini a re Abdullah II. Si è registrata un’affluenza alle urne del 53%, anche se l’Islamic Action Front (Iac), il partito d’opposizione, contesta tale risultato dichiarandolo truccato come era stato per le elezioni del 2007. Dei 120 deputati chiamati a formare la camera bassa del Parlamento, sono stati eletti 78 sono nuovi membri, di cui 13 donne, con un seggio in più del numero previsto dalle loro “quote rosa”.

Taher Masri, presidente del Senato, commenta: “Con l’elezione di nuovi volti gli elettori hanno dimostrato la loro volontà di cambiamento, ed è una cosa positiva. Le persone hanno votato chi ha dimostrato professionalità nel lavoro pubblico, non chi si è concentrato solo sui propri interessi”. Il premier Samir Rifai ha dichiarato: “L’affluenza alle urne ha dimostrato che il boicottaggio non ha avuto alcun impatto sul voto”; ma il leader dell’opposizione Hamzah Mansur mette in dubbio le cifre ufficiali: “A mio parere l’affluenza reale non ha superato il 30%. Il Parlamento non sarà migliore del precedente, e anche questa volta la compravendita dei voti ha svolto un ruolo importante”.

L’International Republican Institute, organizzazione no profit e apartitica che si occupa di promuovere la libertà e la democrazia in tutto il mondo, definisce “credibile” il voto, e un “miglioramento” rispetto alle precedenti elezioni. Ma critica la legge elettorale: “L’eccessiva presenza dei distretti rurali è accentuata dal controverso sistema di voto singolo non trasferibile [“un uomo-un voto”, per il quale un cittadino può votare solo per un candidato, ndR], diluendo così la rappresentanza degli elettori urbani”.

Sfidando il boicottaggio dello Iaf, sette candidati islamici si sono presentati come indipendenti. Solo uno di loro è stato eletto.

Episodi di violenza hanno macchiato la giornata delle elezioni: un uomo di 25 anni è rimasto ucciso durante scontri tra clan tribali nella città meridionale di Karak. Altri disordini sono scoppiati in diverse parti del regno, in particolare tra Amman e le città settentrionali di Irbid e Jerash.

La Giordania era senza Parlamento da un anno. Re Abdullah II ha sciolto la Camera dopo soli due anni di mandato, in seguito alle accuse di inefficacia e corruzione tra i parlamentari.
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