Economia e slogan maoisti, tutto pronto per il Comitato centrale del Pcc
Da domani nella capitale si riuniscono i 370 membri del Comitato centrale del Partito: devono decidere le candidature per i 25 membri del Politburo e per i 9 della Commissione permanente, il governo de facto della Cina. Lo scontro è aperto, sicuri salvo sorprese il vice presidente Xi Jinping e il vice premier Li Keqiang.
Pechino (AsiaNews) - Dominata dai problemi legati all’economia, si apre domani il Comitato centrale del Partito comunista cinese. Nei quattro giorni di riunioni a porte chiuse, i 370 membri dell’organismo dovranno stilare le candidature per il Politburo, composto da 25 persone, e per la relativa potentissima Commissione permanente: 9 membri che, di fatto, compongono il governo della Cina. Il tutto in vista del prossimo Congresso nazionale del Partito, in cui il presidente Hu Jintao dovrebbe annunciare il proprio ritiro dal potere dopo dieci anni.
In campo vi sono diverse personalità politiche del Paese: si passa da ex allievi di Harvard a “principini” del Partito [i figli dei rivoluzionari della prima ora] per arrivare a coloro che, come il Segretario di Chongqing Bo Xilai, guidano il ritorno alle posizioni maoiste come “unica strada” per salvare la Cina. Salvo sorprese, in prima fila saranno l’attuale vice presidente Xi Jinping - considerato l’erede designato di Hu - e il vice premier Li Keqiang, che dovrebbe rimpiazzare l’attuale primo ministro Wen Jiabao.
In ogni caso la partita è aperta, ed è dominata dalle problematiche legate all’economia. Nei dieci anni della “Quarta generazione” di Hu Jintao la Cina ha mantenuto una crescita economica pari al 10 % di media e ha sorpassato il Giappone, divenendo la seconda economia mondiale. Secondo le previsioni, nei prossimi dieci anni dovrebbe arrivare al primo posto: la crisi economica mondiale ha indebolito di molto gli Stati Uniti, che potrebbero essere costretti a cedere il primato.
Secondo Huang Jing, professore alla Lee Kuan Yew School of Public Policy di Singapore, “sarà importante vedere in questi giorni chi pronuncerà più discorsi, chi sarà più fotografato, chi avrà più seguito. Ci sono molte posizioni aperte, e tantissimi candidati”. Secondo il docente, oltre ai personaggi già citati “vanno tenuti sott’occhio il vice premier Wang Qishan e il capo del Dipartimento organizzazione del Partito Li Yuanchao”.
Secondo Willy Wo-lap Lam, docente di Studi politici a Hong Kong, “molta attenzione sarà riservata anche a Bo Xilai, che da tempo cerca di rivoluzionare il Partito dall’interno reintroducendo slogan e politiche che riportano direttamente a Mao Zedong. Una posizione che il governo non ha del tutto accantonato”. Sul ritorno del Partito alle posizioni di Mao, Willy Lam ha pubblicato diverse analisi proposte in Italia da AsiaNews. [v. http://www.asianews.it/notizie-it/Cina:-tornare-a-posizioni-quasi-maoiste-per-neutralizzare-la-Rivoluzione-dei-gelsomini-21273.html]
In campo vi sono diverse personalità politiche del Paese: si passa da ex allievi di Harvard a “principini” del Partito [i figli dei rivoluzionari della prima ora] per arrivare a coloro che, come il Segretario di Chongqing Bo Xilai, guidano il ritorno alle posizioni maoiste come “unica strada” per salvare la Cina. Salvo sorprese, in prima fila saranno l’attuale vice presidente Xi Jinping - considerato l’erede designato di Hu - e il vice premier Li Keqiang, che dovrebbe rimpiazzare l’attuale primo ministro Wen Jiabao.
In ogni caso la partita è aperta, ed è dominata dalle problematiche legate all’economia. Nei dieci anni della “Quarta generazione” di Hu Jintao la Cina ha mantenuto una crescita economica pari al 10 % di media e ha sorpassato il Giappone, divenendo la seconda economia mondiale. Secondo le previsioni, nei prossimi dieci anni dovrebbe arrivare al primo posto: la crisi economica mondiale ha indebolito di molto gli Stati Uniti, che potrebbero essere costretti a cedere il primato.
Secondo Huang Jing, professore alla Lee Kuan Yew School of Public Policy di Singapore, “sarà importante vedere in questi giorni chi pronuncerà più discorsi, chi sarà più fotografato, chi avrà più seguito. Ci sono molte posizioni aperte, e tantissimi candidati”. Secondo il docente, oltre ai personaggi già citati “vanno tenuti sott’occhio il vice premier Wang Qishan e il capo del Dipartimento organizzazione del Partito Li Yuanchao”.
Secondo Willy Wo-lap Lam, docente di Studi politici a Hong Kong, “molta attenzione sarà riservata anche a Bo Xilai, che da tempo cerca di rivoluzionare il Partito dall’interno reintroducendo slogan e politiche che riportano direttamente a Mao Zedong. Una posizione che il governo non ha del tutto accantonato”. Sul ritorno del Partito alle posizioni di Mao, Willy Lam ha pubblicato diverse analisi proposte in Italia da AsiaNews. [v. http://www.asianews.it/notizie-it/Cina:-tornare-a-posizioni-quasi-maoiste-per-neutralizzare-la-Rivoluzione-dei-gelsomini-21273.html]
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18/09/2004
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