22/01/2011, 00.00
MALAYSIA
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Dizionario malese-latino vecchio di 400 anni: una prova nel processo sul termine Allah

I cristiani della Malaysia non possono ancora usare il termine “Allah” per riferirsi a Dio, perché il ministero dell’Interno ha chiesto una sospensione della sentenza che da ragione al giornale cattolico. La Chiesa ha ristampato un dizionario del 1622 per dimostrare che l’uso di "Allah” è ben anteriore al XX secolo, come invece affermano gli islamici.

Kuala Lumpur (AsiaNews/Agenzie) – Mentre la Corte malaysiana esita a chiudere il caso dell’uso del termine “Allah” da parte dei cristiani, in una controversia che si trascina da più di un anno, la Chiesa cattolica ha ristampato un raro dizionario Malese-Latino che sembra rappresentare un invito a risolvere la controversia, e una prova delle buone ragioni dei cristiani. Il “Dictionarium Malaicum-Latinun” e “Latinum-Malaicum” fu pubblicato per la prima volta nel 1631 a Roma. Responsabili della Chiesa dicono che costituisce la prova che i missionari giocarono un ruolo chiave nello scambio di cultura e conoscenze fra Europa e i paesi del sud est asiatico 400 anni fa.

Lawrence Andrew, il sacerdote che ha lavorato 11 anni per ristampare il dizionario, ha detto che è uno strumento cruciale per smentire la credenza sbagliata secondo cui la diffusione del cristianesimo nelle lingue locali della Malesia è un fenomeno recente, del XX secolo. “E’ per dire che il cristianesimo è qui da molto tempo: 400 anni” ha detto il direttore dell’Herald Weekly, il giornale della Chiesa locale.

Il giornale ha difeso contro il ministero dell’Interno il diritto di usare il termine “Allah” per definire il Dio dei cristiani. Ha vinto la battaglia all’Alta corte il 30 dicembre del 2008; ma il Ministero è riuscito a ottenere una sospensione della sentenza, e il giornale non può usare il termine.

La corte di Appello di Putrajaya deve ancora fissare una data per l’udienza. E non c’è molto da fare per rendere più veloce la procedura: non ci sono limiti di tempo, e non è inusuale che passino anni prima che un caso venga esaminato. Andrew ha presentato una copia del dizionario come evidenza storica per appoggiare la richiesta della Chiesa, dopo che il ministero dell’Interno ha ottenuto alcuni pareri di studiosi islamici a sostegno della sua tesi.

Il sacerdote ha detto di aver ottenuto il permesso di ristampare il dizionario dal Vaticano 12 anni fa, ma che non ha avuto le risorse per realizzare il progetto fino ad ora. Una sola copia dell’originale esiste ancora, ed è conservata alla Pontificia Università Urbaniana a Roma. Andrew ha detto che la pronuncia delle parole può essere difficile da rendere e da leggere per una persona di oggi, ma che ha deciso di non aggiornare la pronuncia e la forma delle parole”così che nessuno possa dire che le abbiamo modificate”.

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