Custode di Terra Santa a Shimon Peres: Fermare il vandalismo delle scritte ebraiche contro le chiese
Gerusalemme (AsiaNews) - Con una lettera al presidente israeliano Shimon Peres, p. Pierbattista Pizzaballa ha chiesto che si possano fermare gli atti vandalici contro chiese e proprietà private che "feriscono i sentimenti dei cristiani" in Israele, dei pellegrini in Terra Santa e in tutto il mondo.
P. Pizzaballa interviene dopo la serie di scritte e slogan in ebraico ritrovati sulla chiesa battista di Narkis Street, in un cimitero cristiano sul monte Sion e sul monastero greco-ortodosso nella Valle della Croce. Gli slogan offensivi e violenti inneggiavano a "Gesù è morto"; "Morte ai cristiani", "Vi crocifiggeremo", "Maria è una prostituta". Alcune scritte erano anche riportate sui pneumatici di alcune auto parcheggiate nelle vicinanze delle comunità.
Questo stile vandalico è stato definito "price tag" ("cartellino del prezzo") ed è molto diffuso in Israele. Esso è spesso usato da estremisti israeliani - e forse coloni - contro moschee, luoghi arabi di ritrovo, pacifisti israeliani. La polizia pensa che nel caso degli atti contro le strutture cristiane si tratti non di nazionalisti e coloni estremisti, ma da individui isolati.
Resta il fatto che tali gesti sono espressione di razzismo e di odio. Qualche anno fa vi sono state scritte ebraiche di offesa e gesti di disprezzo contro i cristiani sulle mura del Cenacolo a Gerusalemme (v. 16/12/2009 Ancora scritte ebraiche anticristiane al Cenacolo e 12/12/2009 "Morte ai cristiani": scritte ebraiche vicino al Cenacolo a Gerusalemme). E sono diversi i sacerdoti che si lamentano di essere ogni tanto sputati o aggrediti verbalmente da giovani ebrei delle yeshiva.
"Da quanto so,- scrive p. Pizzaballa - queste azioni non hanno ancora portato ad alcun arresto, ma esse sono un esempio doloroso di una serie di azioni simili eseguite di recente senza il minimo freno. Come lei sa, non è mia pratica scrivere lettere di questo tipo. Le diverse comunità cristiane vivono in tranquillità e pace in Israele, con rispetto, apprezzamento e buone relazioni con ebrei e musulmani.... Purtroppo, attraverso gli anni, abbiamo imparato a ignorare le provocazione e continuare la nostra vita quotidiana. Sembra comunque che questa volta si sia superata una linea rossa e non possiamo rimanere in silenzio. Questi slogan stupefacenti spruzzati sui luoghi cristiani di preghiera, specialmente a Gerusalemme, feriscono il sentimento di tutti i cristiani in Israele, qualunque sia la loro confessione, come pure le centinaia di migliaia di pellegrini che visitano Gerusalemme e la Terra Santa, come pure i molti milioni nel mondo intero".
"Le sarei grato - conclude il Custode - se lei potesse usare tutto il suo potere e la sua influenza con le autorità perché questo pericoloso stile di azioni sia sradicato e queste azioni vengano fermate, prima che divengano parte abituale della vita dei cristiani in Israele".