Cristiani e musulmani pakistani condannano il film blasfemo su Maometto
Faisalabad (AsiaNews) - E' arrivata anche in Pakistan l'ondata di proteste contro il film blasfemo su Maometto, che ha infiammato molte nazioni a maggioranza islamica. Negli ultimi ultimi giorni in diverse città si sono susseguite manifestazioni. Centinaia di persone hanno intonato slogan e frasi di condanna contro la pellicola "Innocence of Muslims" e anche la comunità cristiana ha solidarizzato con la maggioranza musulmana condannando un'opera di scarso valore artistico e offensiva verso l'islam. La Commissione diocesana per il dialogo interreligioso di Faisalabad, la sera del 15 settembre, ha indetto una conferenza stampa in curia, alla quale hanno partecipato almeno 50 personalità di primo piano, cristiane e musulmane. Essi hanno manifestato, all'unisono, la più ferma condanna del film, bollando come "agenti di Satana" i suoi autori contro i quali andrebbero applicate pene esemplari.
I partecipanti hanno lanciato un appello al governo statunitense, per la messa al bando della pellicola; essi chiedono inoltre l'arresto del pastore Terry Jones, di Sam Becile, il regista, e delle altre persone che hanno partecipato alla realizzazione. Vi è anche una precisa richiesta all'esecutivo di Islamabad, affinché richieda scuse ufficiali all'ambasciata Usa in Pakistan. Le Nazioni Unite, concludono i leader islamo-cristiani, devono infine considerare questi gruppi alla stregua dei terroristi, perché colpiscono i sentimenti dei fedeli e "demoliscono la pace nel mondo".
P. Bonnie Mendes, sacerdote ed ex segretario della Commissione nazionale di giustizia e pace, è terribile "offendere la sensibilità dei musulmani per interessi oscuri e malvagi". Il leader religioso musulmano Muhammad Ibrahim chiede l'estradizione in Pakistan del pastore Jones e dell'autore del film, perché "siano processati dai tribunali della shariah". Egli parla di "cospirazione" della lobby ebraica e degli statunitensi contro l'islam e ringrazia "le minoranze" per la "ferma condanna" del film.
Per il direttore della Commissione diocesana per il dialogo interreligioso p. Aftab James Paul, la libertà di pensiero "non consente di offendere i sentimenti altrui". Il sacerdote annuncia una lettera al consolato Usa in Pakistan e solleverà la questione ai dirigenti Onu nel Paese. Infine p. Khalid Yousaf auspica "rispetto" per le religioni e la fine di questi "atti blasfemi".
Per "vendicare" la diffusione del film che offende la figura di Maometto, l'11 settembre scorso un gruppo armato ha attaccato il consolato Usa a Bengasi (Libia). Nell'attentato, l'ambasciatore Christopher Stevens e tre suoi collaboratori hanno perso la vita. La protesta contro la pellicola si è poi diffusa in altri Paesi islamici, in Medio oriente e nel Nord Africa, oltre che in India e in Indonesia, la nazione musulmana più popolosa al mondo.