Cristiane e musulmane annunciano che andranno a Gaza sulla nave “Mariam”, Maria
“Siamo determinate ad andare – ha dichiarato Rima Farah, portavoce del gruppo – e le nostre armi sono la nostra fede nella Vergine e nell’umanità”. L’annuncio accolto con preoccupazione in Israele: Barak avverte che il governo di Beirut sarà ritenuto “responsabile”.
Beirut (AsiaNews) – Con ogni probabilità non ha ancora lasciato il porto libanese ove è attraccata, la “Mariam”, nome arabo di Maria, la nave con la quale un gruppo di donne cristiane e musulmane annuncia di voler portare aiuti, soprattutto medicine, alla popolazione di Gaza, e già crea problemi a Israele.
Perché un conto è andare all’attacco di un piroscafo sul quale ci sono più o meno pacifici pacifisti, un altro è lanciare gli incursori contro una nave battezzata volontariamente con il nome della Madonna. “Siamo determinate ad andare – ha dichiarato Rima Farah, portavoce del gruppo – e le nostre armi sono la nostra fede nella Vergine e nell’umanità”.
“La missione – ha voluto precisare ieri la portavoce – ha un carattere umanitario e sarà condotta a bordo di un mercantile e non di una nave turistica”. “Un’immensa immagine della Santa Vergine sarà alzata sulla nave e il battello sarà caricato di medicine per trattare i tumori infantili e quelli femminili”. Canti religiosi, ha aggiunto, accompagneranno la spedizione.
Prima eco della preoccupazione con la quale è stato accolto l’annuncio della “Mariam” è stato l’avvertimento che il ministro israeliano della difesa, Eud Barak, ha rivolto al Libano: “sarà ritenuto responsabile di qualsiasi partenza da uno dei suoi porti di imbarcazioni dirette a Gaza”. E il viceministro agli Esteri, Danny Ayalon, ha aggiunto che, a differenza dei precedenti tentativi di violare il blocco navale imposto a Gaza, questa volta le persone a bordo potrebbero essere messe in prigione e non espulse.
“Mariam – ha commentato la Farah – ha già cominciato a raggiungere il suo scopo, visto che esponenti israeliani hanno lanciato avvisi e minacce”. “Non abbiamo paura”, ha aggiunto l’organizzatrice della spedizione, Samar el-Hajj.
La nave, secondo la donna, è “ormai pronta” in un porto libanese che non è stato reso noto e imbarcherà anche una tentina di pacifisti europei e una ventina di giornalisti.
Le manifestanti, intanto, si sono riunite in preghiera in una grotta vicino al santuario di Nostra Signora di Mantara (nella foto), dove si vuole che Maria abbia atteso Gesù.
Il gruppo di donne afferma di non avere alcun legame con Hezbollah, né con altre organizzazioni politiche. “Non siamo legate al ‘Partito di Dio’, ma a quello della Madre di Dio”. Nella vicenda è intervenuto anche il primo ministro libanese Saad Hariri, per il quale “il governo israeliano continua a minacciare il Libano”. “Ci sono – ha aggiunto – navi partite dall’Europa. Il Ministro della difesa vuole attaccare l’Europa o altri Paesi che portano aiuto a Gaza?”.
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