"Crimini di guerra" negli scontri tra Fatah e Hamas
Gaza City (AsiaNews/Hrw) – I gruppi armati palestinesi che da tre giorni combattono nella striscia di Gaza stanno commettendo "veri crimini di guerra". Lo denuncia oggi Human Rights Watch, che parla di esecuzioni sommarie di prigionieri, assassinio di civili che non partecipano agli scontri, scontri a fuoco dentro ospedali.
Il 10 giugno le forze di Hamas hanno catturato Muhammad Swairki, cuoco della guardia personale del presidente Mahmoud Abbas, e lo hanno ucciso gettandolo dal 15° piano di un palazzo, con mani e piedi legati. La notte dello stesso giorno i combattenti di Fatah hanno catturato e buttato giù da un alto palazzo Muhammad al-Ra’fati, sostenitore di Hamas. L’11 giugno a Beit Lahiya gli uomini di Hamas hanno assalito la casa di Jamal Abu al-Jadiyan, importante funzionario di Fatah, lo hanno catturato, fatto uscire in strada e crivellato di proiettili.
Gli scontri hanno causato decine di feriti e uomini armati dei due gruppi hanno preso possesso degli ospedali cacciando via personale e pazienti, creandoci ripari fortificati e proseguendo gli scontri anche lì dentro e nelle vie antistanti. L’ospedale Beit Hanun, nella Gaza settentrionale, è stato chiuso dopo che l’11 giugno vi sono stati uccisi 5 palestinesi, tra cui Id al-Masri e due suoi figli, solo perché fedeli a Fatah. Fatah, dopo l’uccisione del suo stratega Yasir Bakar, ha bersagliato con granate e colpi di mortaio l’ospedale di Shifa, a Gaza City: uomini di Hamas hanno risposto al fuoco da dentro l’edificio.
Sarah Leah Whitson, direttore di Hrw per il Medio Oriente, osserva che “sia Fatah che Hamas violano i più essenziali principi umani. L’uccisione di civili che non partecipano alle ostilità e la voluta uccisione di prigionieri sono puri e semplici crimini di guerra”. Come pure “è un atto di perfidia” e “una grave violazione delle leggi di guerra, usare un veicolo con le insegne dei media per un attacco militare”.
Il 9 giugno uomini della Brigata dei martiri Al-Aqsa, affiliata a Fatah, hanno usato una jeep bianca con scritto “TV” per sparare su una postazione militare israeliana al confine con Gaza. Le consuetudini internazionali prevedono che i giornalisti non partecipano alle ostilità e debbono essere considerati come civili. Il 10 giugno l’Unione dei giornalisti palestinesi ha criticato l’abuso, “che pone in pericolo tutti i giornalisti” perché l’altra parte potrebbe non rispettare più i segni di immunità.