30/12/2011, 00.00
COREA
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Corea del Nord: nuovo dittatore, vecchia politica

di Joseph Yun Li-sun
Un messaggio della Commissione di difesa nazionale avverte la Corea del Sud e il mondo: “Con l’ascesa di Kim Jong-un non cambia nulla. Schiacceremo i traditori e i fantocci”. Una fonte di AsiaNews commenta: “Niente di nuovo, si tratta di schermaglie preparatorie in vista del discorso alla nazione del primo gennaio”.
Seoul (AsiaNews) – La Corea del Nord ha avvertito oggi che l’ascesa al potere di Kim Jong-un non cambierà la politica di Pyongyang. Appena concluso il periodo di lutto per la morte del “caro leader” Kim Jong-il, l’ultimo regime stalinista al mondo ha ripreso la sua politica di minacce nei confronti della Corea del Sud e, in maniera indiretta, dell’Occidente.

La prima mossa l’ha fatta la Commissione di difesa nazionale (di cui il “grande successore” è vice presidente) tramite un comunicato diffuso dall’agenzia ufficiale Kcna: “Dichiariamo con solennità e orgoglio ai responsabili politici stupidi nel mondo, compresi i fantocci della Corea del Sud, che non devono attendersi alcun cambiamento da parte nostra”.

“Il mondo – si legge ancora nel testo – vedrà chiaramente come milioni di nostri soldati e cittadini si uniranno in maniera ferma intorno al nostro caro leader Kim Jong-un per trasformare il dolore in coraggio e le lacrime in forza, e raggiungeranno la vittoria finale. La Repubblica popolare di Corea non avrà nessun rapporto con il gruppo di traditori guidati da Lee Myung-bak, che bruceranno tutti”.

Il tono violento del testo non rappresenta una sorpresa: esso è il cardine della politica della Juche, la dottrina militarista ideata da Kim Il-sung come fondamento del Paese. Anche il riferimento diretto al presidente della Corea del Sud – acceso conservatore e fautore di una politica intransigente nei confronti dei vicini – non è una novità, dato che sin dalla sua elezione è stato definito “fantoccio” e “traditore”.

L’unico elemento di novità è rappresentato dal riferimento al cambio di potere, che implica il permesso del nuovo leader. Secondo una fonte di AsiaNews,  interna al governo sudcoreano, “un messaggio del genere viene proprio da lui, che ha scelto la sua Commissione per dare il via al balletto della tensione. Si tratta di una provocazione in vista del primo atto ufficiale di Jong-un, il discorso di inizio anno, un momento fondamentale per i rapporti intercoreani”.

Sin dalla divisione della penisola, infatti, i leader delle due Coree hanno usato il discorso alla nazione del primo gennaio per dare le linee guida dei rapporti sul 38° Parallelo: “Kim Jong-un affronta questo momento con timore, perché è la sua prima prova da leader. Le minacce non spaventano Seoul: dovrebbero spaventare Pyongyang, che ha sempre meno cibo e un’economia sempre più debole”.
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