Contro il divorzio: donne musulmane picchiano tre dottori coranici
Lucknow (AsiaNews) – Tre donne indiane hanno fatto irruzione il 29 giugno nel seminario Madrassa Sultan-e-Madari a Lucknow, capitale dell’Uttar Pradesh in India, e hanno picchiato tre religiosi musulmani. Mumtaz, Nishat Fatima e Arshi, tutte musulmane sciite, hanno voluto dare “una lezione di vita” ai tre dottori coranici che erano stati corrotti dai mariti con 2.500 rupie (44 euro) per emettere sentenze di divorzio (talaq) lasciando all’oscuro le mogli.
Flavia Agnes, femminista e avvocatessa impegnata per i diritti delle donne, dichiara ad AsiaNews: “Questo è un caso molto interessante. Un uomo non può divorziare dalla moglie tra le mura di casa sua, deve farlo davanti ad una corte con due testimoni e seguire le procedure”. La rivolta delle tre musulmane è un segno ulteriore della rivoluzione in atto nell’islam sulla condizione delle donne. Secondo Agnes l’islam promuove una “struttura sociale corrotta e patriarcale”.
In un video che ha ripreso l’irruzione nel seminario, si vede una delle donne tirare i capelli di uno degli esperti religiosi mentre un’altra li colpisce diverse volte con una pantofola. Nishat Fatima ha dichiarato che “picchiare quegli uomini è stato di enorme conforto” e ha lanciato un appello a tutte le musulmane “che soffrono in silenzio di uscire allo scoperto e alzare la voce prima che sia troppo tardi”.
Tra gli sciiti il divorzio è ammesso solo se anche alla moglie viene data l’opportunità di difendere la propria causa. Dietro la decisione di fare irruzione nel seminario, c’è la scoperta fatta per caso da Nishat Fatima: “I miei vicini mi hanno detto che mio marito Alì aveva comprato il divorzio e si era risposato. Ho fatto delle ricerche e ho scoperto che era vero. Il divorzio era stato emesso da Sultanul Madaris questo mese”.
In difesa dei diritti delle donne, Flavia Agnes ha dichiarato che è necessario intervenire contro un’altra piaga che affligge l’universo femminile nell’islam, la poligamia: “Stiamo provando a limitare la poligamia, insistendo che un secondo matrimonio deve essere permesso solo per valide ragioni e solo dopo avere provveduto alla residenza e al mantenimento della prima moglie” da parte del marito.
02/02/2018 08:37