06/09/2008, 00.00
CAMBOGIA
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Cambogia, turismo “eco-sostenibile” per salvare il delfino del Mekong

Pesca selvaggia, guerre e inquinamento hanno sterminato i cetacei, dei quali ne restano poche decine di esemplari. Gli ambientalisti hanno avviato un progetto che intende contribuire allo sviluppo dei villaggi e salvare i mammiferi dall’estinzione, ma il loro numero continua a diminuire.

Phnom Penh (AsiaNews/Agenzie) – Salvare le poche decine di esemplari rimasti di delfini di acqua dolce del fiume Mekong e aiutare la popolazione locale garantendo una fonte di sostentamento: è lo scopo del progetto “eco-turistico” avviato nella zona al confine fra Laos e Cambogia dal Cambodia Rural Development Team (Crdt), che si propone il duplice obiettivo di tutelare flora e fauna, oltre a fornire una fonte di guadagno alternativa agli abitanti dei villaggi.

Per secoli le acque del fiume Mekong – che attraversa Cina, Laos e Cambogia prima di gettarsi nell’oceano in territorio vietnamita – sono state il regno incontrastato di migliaia di delfini di acqua dolce. La guerra indocinese e la crescente industrializzazione, accompagnata da un alto tasso di inquinamento, hanno sterminato la specie che ora sopravvive in poche decine di esemplari; solo 71 secondo l’ultimo censimento fornito dal World Wildlife Fund.     

Il villaggio di Sambor, nel nord della Cambogia, è uno dei luoghi scelti dai responsabili del Crdt come modello di sviluppo eco-sostenibile: i turisti hanno la possibilità di vivere a contatto con la popolazione locale, aiutare gli abitanti a proteggere l’habitat naturale dei delfini e insegnare allo stesso tempo qualche parola di inglese ai bambini. Fra le attività più richieste vi sono le opere di escavazione per la creazione di pozzi idrici, la realizzazione di una rete fognaria per lo smaltimento dei residui organici e il lavoro nei campi.

L’esperimento promosso dagli attivisti intende salvare i delfini dall’estinzione cambiando radicalmente le abitudini degli abitanti dei villaggi, avvezzi per decenni a utilizzare metodi di pesca invasivi come esplosivi e reti ad ampio raggio. Ora i mammiferi di acqua dolce sono visti come una risorsa da “sfruttare” per attirare capitali e turismo straniero; i visitatori pagano 60 dollari Usa per una tre giorni a contatto con la natura e il ricavato serve a sostenere la popolazione locale. In un paese in cui metà della popolazione vive con un dollaro al giorno, gli abitanti dei villaggi hanno a disposizione 3 dollari ciascuno derivanti dal vitto (2 dollari) e l’alloggio (un dollaro) fornito ai visitatori.

Studi recenti hanno però dimostrato che se il beneficio per le persone è indubbio, lo stesso discorso non vale per i cetacei: a dispetto di una parziale crescita nel numero dei delfini nella fase iniziale del progetto, non è dato sapere se esso sia davvero efficace per preservarne la specie. Gli scienziati affermano che si sta rapidamente diffondendo una nuova e non ancora identificata malattia che causa la morte di tutti i cuccioli di delfino. Essi temono che il nuovo virus – causato dall’inquinamento delle acque infestate da agenti chimici e dagli scavi dei cercatori d’oro della zona – possa presto portare alla totale estinzione dei mammiferi.

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