02/10/2012, 00.00
BANGLADESH
Invia ad un amico

Bangladesh: Rohingya e politica dietro le violenze anti-buddiste

di Nozrul Islam
Fonti locali di AsiaNews, anonime per motive di sicurezza, escludono la matrice religiosa. I Rohingya avrebbero sfruttato la tensione degli ultimi giorni derivante dal film anti-Maometto per attrare l’attenzione sulle proprie rivendicazioni sociali. Per gli attacchi a templi buddisti e villaggi, la polizia ha arrestato 166 persone. Le fonti ammoniscono: “Le conseguenze più gravi sono per i tribali”.

Dhaka (AsiaNews) - Sono una "questione politica, non religiosa" gli attacchi di musulmani alle comunità buddiste in Bangladesh, che "dietro la vicenda del film anti-Maometto e delle vignette nasconde le rivendicazioni sociali dei Rohingya". È il commento di una fonte locale di AsiaNews, anonima per motivi di sicurezza, alle aggressioni consumate il 29 e 30 settembre scorsi negli upazila (sotto-distretti) di Ramu, Ukhia, Patia e Teknaf (Chittagong Division, sudest). Per le violenze, la polizia ha arrestato 166 persone.

I disordini si sono concentrati soprattutto a Ramu, dove una folla di almeno 2mila musulmani ha raso al suolo 15 templi buddisti (uno dei quali antico di 250 anni) e dato alle fiamme oltre 100 case. Il bilancio finale parla di 24 templi demoliti (22 buddisti e due indù) in tutta l'area, e migliaia di persone costrette ad abbandonare i propri villaggi. Le violenze sono esplose dopo la pubblicazione su Facebook di una foto offensiva sul Corano, presto diffusa ai cellulari tramite bluetooth. Ieri il Jamaat-e-Islami, partito islamico all'opposizione, ha chiesto l'arresto di Uttar Kumar Barua, il buddista che avrebbe postato l'immagine sul social network. La formazione politica ha inoltre condannato violenze e atti vandalici, accusando alcuni leader del governo di "voler implicare il Jamaat negli incidenti".

Secondo la fonte, dietro gli incidenti ci sarebbero "doppi interessi": da un parte i Rohingya, che "hanno sfruttato l'occasione per attirare l'attenzione sul loro problema"; dall'altra, proprio il Jamaat, che "non perde occasione per mettere in cattiva luce il governo [Awami League, moderato e filo-occidentale, ndr]". I Rohingya, minoranza islamica originaria dello Stato Rakhine del Myanmar, sono al centro di una questione etnico-politica ancora irrisolta: Yangon non li riconosce come etnia, e li reputa immigrati clandestini originari del Bangladesh; Dhaka, però, rifiuta di accoglierli.

In questa situazione, sottolinea la fonte, "c'è però il rischio di non vedere le conseguenze più gravi: ancora una volta, i settlers bengalesi [musulmani] sfrutteranno la situazione per occupare le terre dei tribali della zona [per lo più cristiani, buddisti e animisti] e cacciarli via". Negli ultimi anni infatti, il Bangladesh vive una fase di forte sovrappopolazione: ai cosiddetti settlers (bengalesi originari di altre zone) le terre dei tribali (concentrate nella Chittagong Hill Tracts) fanno gola, e in modo illegale si impadroniscono delle loro proprietà. Questa tendenza diffusa da tempo, conclude la fonte, rischia di diventare "un vero problema sociale" che "esploderà da un momento all'altro". 

 

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Rohingya dal papa: Papa Francesco mi ha mostrato compassione (video)
02/12/2017 11:00
Sud Bangladesh: migliaia di tribali fuggono dalle loro case incendiate
03/06/2017 11:48
Non solo Rohingya: il messaggio di papa Francesco a Myanmar e Bangladesh
04/12/2017 12:23
Bangladesh, 25mila musulmani danno fuoco a 22 templi buddisti
01/10/2012
Rakhine, i militanti Rohingya negano i massacri degli indù: ‘Noi colpevolizzati’
28/09/2017 12:51


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”