Bangkok, lotta contro il tempo per contenere le alluvioni monsoniche
Le autorità hanno ordinato la costruzione di tre grandi barriere, per contenere la piena da nord. Il pericolo esondazioni aumentato da un’alta marea oceanica definita “anomala”. Finora sono morte 269 persone, danni in molte nazioni del Sud-est asiatico. In Cambogia danni per 100 milioni di dollari.
Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – Le autorità thai lottano contro il tempo per salvare Bangkok dalle alluvioni. Volontari e membri della protezione civile stanno costruendo tre grandi barriere con sacchetti di sabbia, per contenere l’esondazione delle acque. Ieri il premier Yingluck Shinawatra ha spiegato che sono rimasti “due giorni” prima dell’arrivo della piena, che dovrebbe sopraggiungere da nord. A peggiorare la situazione – avvisano gli esperti – vi è anche un’alta marea oceanica dalla portata definita “anomala”, che contribuirebbe a peggiorare il disastro. Intanto l’eccezionale intensità delle piogge monsoniche continua a mietere danni e vittime anche in altre nazioni del Sud-est asiatico, fra cui Cambogia, Filippine e Vietnam.
Il Dipartimento thai per la prevenzione dei disastri ha confermato che sinora sono morte 269 persone, la maggior parte delle quali per annegamento. Le piogge monsoniche – definite le peggiori degli ultimi 50 anni – sono iniziate a fine luglio e hanno interessato circa 8,2 milioni di abitanti, dislocati in 60 delle 77 province in cui è suddiviso il Paese. Ancora oggi 30 province sono sommerse dall’acqua e secondo il Primo Ministro Shinawatra è “difficile” fare previsioni “sul volume di acqua” che verrà toccato.
Fonti governative spiegano che per mettere in sicurezza la capitale serviranno almeno 1,5 milioni di sacchi di sabbia, ma ne mancherebbero ancora 100mila per completare le tre barriere di protezione. Una prima stima dei danni diffusa dalla Banca centrale della Thailandia parla di perdite variabili fra 1,94 e 2,9 miliardi di dollari (pari a 90 miliardi di baht).
Il bilancio di danni e vittime continua a crescere in diverse nazioni del Sud-est asiatico. Le autorità di Manila confermano 101 morti per i tifoni Nesat e Nalgae; altre 27 persone risultano disperse da giorni e restano poche speranze di ritrovarle ancora in vita. Da Hanoi si afferma che “le peggiori alluvioni dell’ultima decade” hanno ucciso 24 persone, la maggior parte dei quali bambini. I danni peggiori si contano però in Cambogia, dove sono morte sinora 207 persone. La stima dei danni potrebbe superare i 100 milioni di dollari. Quasi 450mila ettari di coltivazioni sono stati colpiti o interamente distrutti dai monsoni.
Il Dipartimento thai per la prevenzione dei disastri ha confermato che sinora sono morte 269 persone, la maggior parte delle quali per annegamento. Le piogge monsoniche – definite le peggiori degli ultimi 50 anni – sono iniziate a fine luglio e hanno interessato circa 8,2 milioni di abitanti, dislocati in 60 delle 77 province in cui è suddiviso il Paese. Ancora oggi 30 province sono sommerse dall’acqua e secondo il Primo Ministro Shinawatra è “difficile” fare previsioni “sul volume di acqua” che verrà toccato.
Fonti governative spiegano che per mettere in sicurezza la capitale serviranno almeno 1,5 milioni di sacchi di sabbia, ma ne mancherebbero ancora 100mila per completare le tre barriere di protezione. Una prima stima dei danni diffusa dalla Banca centrale della Thailandia parla di perdite variabili fra 1,94 e 2,9 miliardi di dollari (pari a 90 miliardi di baht).
Il bilancio di danni e vittime continua a crescere in diverse nazioni del Sud-est asiatico. Le autorità di Manila confermano 101 morti per i tifoni Nesat e Nalgae; altre 27 persone risultano disperse da giorni e restano poche speranze di ritrovarle ancora in vita. Da Hanoi si afferma che “le peggiori alluvioni dell’ultima decade” hanno ucciso 24 persone, la maggior parte dei quali bambini. I danni peggiori si contano però in Cambogia, dove sono morte sinora 207 persone. La stima dei danni potrebbe superare i 100 milioni di dollari. Quasi 450mila ettari di coltivazioni sono stati colpiti o interamente distrutti dai monsoni.
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