18/05/2012, 00.00
SIRIA - ONU
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Ban ki-Moon: La mano di al-Qaeda dietro il duplice attentato di Damasco

Il segretario Onu parla per la prima volta della presenza dei terroristi islamici sul territorio siriano. Responsabile degli osservatori Onu scettico sul futuro della missione di pace. Kofi Annan annuncia una nuova visita in Siria.

Damasco (AsiaNews/ Agenzie) - Vi è al-Qaeda dietro gli attentati che lo scorso 10 maggio hanno colpito Damasco facendo 55 morti e 372 feriti. Lo ha affermato Ban Ki-moon, segretario generale dell'Onu durante. "Alcuni giorni fa - ha sottolineato -  è avvenuto un potente e pericoloso attacco terroristico a Damasco. Credo che debba esserci al-Qaeda dietro questi fatti. E questo è un serio problema". Ban ha anche espresso preoccupazione per i due attacchi in cui sono stati coinvolti nei giorni scorsi due convogli delle Nazioni Unite, che mostrano la volontà di fomentare la violenza nel Paese.

La conferma dell'attività degli estremisti di al-Qaeda in Siria, dà peso alle dichiarazioni fatte nei mesi scorsi dal presidente Bashar al- Assad sulla presenza di jihadisti fra le fila delle varie armate ribelli. A inizio maggio il leader siriano ha presentato all'Onu una lista di 26 cittadini stranieri sospettati di avere contatti con l'organizzazione terrorista islamica. Secondo il governo, almeno 20 sono entrati in Siria varcando il confine con la Turchia.  

Dopo un anno di scontri,  il bilancio della guerra fra regime siriano e Free Syrian Army è di 9mila vittime e decine di migliaia di sfollati, secondo dati Onu. Il governo Assad sostiene invece che i morti sono  3.838:  2.493 civili e 1.345 fra militari e forze di sicurezza.   

Oggi, il gen. Robert Mood, responsabile del team di osservatori Onu, ha fatto notare che il peso della forza di pace scende di giorni in giorno. Ribelli ed esercito continuano a non rispettare il cessate il fuoco in vigore dallo scorso 12 aprile. Mood ha sottolineato che senza la volontà delle due parti, i 372 osservatori non possono fare nulla di concreto per migliorare la situazione, soprattutto se vi sono Paesi stranieri contrari al dialogo.

Nei giorni scorsi il Washington Post ha pubblicato un'analisi in cui accusa Qatar, Arabia Saudita e Stati Uniti di fornire ai ribelli armi molto sofisticate che nel tempo potrebbero portare a una sconfitta delle forze di Assad sul campo. A tutt'oggi gli Stati Uniti rifiutano le accuse, mentre i due Stati arabi, principali interlocutori del mondo musulmano sunnita, hanno ridimensionato il loro ruolo guida dell'opposizione armata siriana. In risposta alle accuse del Washington Post, al- Jazeera, nota emittente di proprietà dell'emiro del Qatar, ha pubblicato ieri un servizio dove accusa l'Iran di finanziare il continuo traffico di armi verso il regime di Assad attraverso il confine con il Libano. L'articolo cita un rapporto di alcuni funzionari Onu incaricati di verificare il rispetto delle sanzioni da parte della repubblica islamica.  

Intanto, Kofi Annan ha annunciato attraverso il suo portavoce una nuova visita a Damasco per incontrare Bashar al-Assad e i rappresentati delle forze ribelli. La data del viaggio non è stata ancora fissata. 

 

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