Bagram: scontri e proteste per il rogo dei corani nella base Usa. Situazione tranquilla a Kabul
Kabul (AsiaNews) - Continuano le proteste davanti alla base militare di Bagram (60 km a nordovest di Kabul) dopo il rogo del Corano compiuto da alcuni militari statunitensi. Nonostante il clima di tensione, fonti di AsiaNews sottolineano che "nel centro di Kabul non vi sono manifestazioni e la situazione è tranquilla". "Le proteste riportate dalle agenzie internazionali sono concentrate fuori dalla città e hanno coinvolto qualche centinaio di persone".
La manifestazioni più numerose sono state organizzate a Bagram, dove migliaia di persone hanno circondato il campo militare, lanciando pietre e bombe molotov. Il bilancio è di tre feriti. Per sicurezza Washington ha chiuso la propria ambasciata nella capitale. Dopo le scuse del generale John Allen, comandante della missione Nato in Afghanistan, anche Leon Panetta, ministro della Difesa degli Stati uniti, si è scusato con il "nobile popolo afghano".
Il rogo è avvenuto ieri nella base di Bagram. I soldati americani avevano sequestrato i libri ad alcuni detenuti della vicina prigione che avevano trovato il modo di comunicare con l'esterno, scambiandosi copie del libro sacro. Il materiale è stato accatastato in un container e dato alle fiamme. A denunciare l'atto sacrilego è stato un mujaheddin impiegato all'interno della base.
Secondo le fonti questo è l'ennesimo atto di violenza contro la popolazione afghana e avviene poco dopo la notizia di un possibile dialogo fra talebani, Nato e governo Karzai. "La gente è esasperata da questa situazione - affermano le fonti - non è la prima volta che avvengono atti di questo genere. Bruciare un libro sacro è un'offesa per qualsiasi persona non solo per un musulmano. Gli Stati uniti devono rivedere il loro modo di stare in Afghanistan". (S.C.)