Assad torna in tv e il mondo lo boccia. Il Papa: Basta violenze
Damasco (AsiaNews/Agenzie) - Dopo diversi mesi di assenza dalla scena politica, il presidente siriano Bashar al Assad è riapparso in televisione per attaccare con forza l'opposizione "composta da fantocci al soldo di potenze straniere". Durissime le reazioni della comunità internazionali, mentre il Papa torna a chiedere un cessate il fuocoe il dialogo, "unica strada per la pace in Siria".
Nel discorso tenuto ieri, Assad ha chiuso la porta a ogni possibile negoziato: "Non negozieremo con chi usa la violenza e con quelli che sono dietro questi fantocci. Il governo continuerà a usare la forza per fermare chi lo vuole rovesciare: serve una mobilitazione nazionale per combattere contro gli estremisti".
In Siria, ha aggiunto, "verrà creata una Conferenza nazionale per redigere una nuova Costituzione che verrà sottoposta a referendum, al quale seguiranno elezioni politiche. Siamo disponibili a dialogare con partiti e con individui, ma solo se non vendono il loro Paese agli stranieri". Il presidente si è poi allontanato fra slogan festanti e cori a suo favore.
Il discorso è stato però criticato con forza dalla comunità internazionale. Il capo della diplomazia europea, Catherine Ashton, ha dichiarato che Assad "deve dimettersi per consentire una transizione politica. Valuteremo con attenzione se nel discorso di Assad ci sono novità, ma restiamo del parere che Assad debba fare un passo indietro". Il ministro britannico Hague ha rincarato la dose: "Assad ha fatto solo vuote promesse, non imbroglia nessuno. Morti, violenze e oppressione che divorano la Siria sono provocate da lui".
Gli Stati Uniti, attraverso un comunicato della Segreteria di Stato, concludono: "La soluzione politica proposta da Assad per porre fine a la guerra civile in Siria è sconnessa dalla realtà. Il discorso di oggi è l'ennesimo tentativo del regime di rimanere attaccato al potere e non fa niente per fare avanzare il cammino del popolo siriano verso una transizione politica".
Ricevendo oggi il corpo diplomatico accreditato, Benedetto XVI ha tracciato ancora una volta la linea per la soluzione della questione: "La Siria è dilaniata da continui massacri e teatro d'immani sofferenze fra la popolazione civile. Rinnovo il mio appello affinché le armi siano deposte e quanto prima prevalga un dialogo costruttivo per porre fine a un conflitto che, se perdura, non vedrà vincitori, ma solo sconfitti, lasciando dietro di sé soltanto una distesa di rovine".