Arrestato Nuon Chea, il n. 2 dei Khmer Rossi
Phnom Penh (AsiaNews) – Uno dei capi dei Khmer Rossi, Nuon Chea, è stato arrestato stamane a Pailin dalla polizia e trasportato in elicottero nella capitale. Dovrebbe essere giudicato dal tribunale speciale Onu, che sta lavorando al processo sui crimini contro l’umanità commessi dai Khmer Rossi durante il loro regime dal 1975 al 1979.
Nuon Chea, 82 anni, era soprannominato “il fratello n. 2”, ed è stato uno dei capi idelogici del gruppo maoista, fra i più stretti collaboratori di Pol Pot, il leader numero uno morto nel ’98.
Durante la loro dittatura, quasi 2 milioni di persone sono state uccise, per stenti, torture ed esecuzioni.
Nuon Chea viveva – come molti Khmer Rossi – a Pailin, nella zona nord al confine con la Thailandia, una zona nota per il traffico illegaledi pietre preziose e armi. Alcune settiman fa aveva dichiarato: "Io sono il secondo del regime, io sono responsabile per tutto quello che è successo, ma devo dire al popolo perchè la gente è morta in quel periodo". A suo parere il tribunale Onu è "un campo di battaglia tra patrioti e invasori ": questi ultimi sarebbero l'occidente, ma anche tutte le ditte asiatiche che hanno messo piede nel Paese. Ormai molto malato e in fin di vita, Nuon Chea pensa che nel caso venga processato, non prenderà avvocati per difendersi, ma si difenderà da solo.
Il tribunale speciale voluto dall’Onu, ha atteso anni per essere varato: sono mancati finanziamenti e una reale volontà politica a perseguire i crimini del gruppo comunista, nel timore che venissero coinvolti gli attuali capi al governo, il Primo ministro Hun Sen e il re Norodom Sihanouk, che ha abdicato nel 2004: nella tortuosa vicenda cambogiana, essi hanno collaborato coi Khmer Rossi.
Lo scorso 18 luglio vi è stata la svolta: 5 nomi di sospetti sono stati trasmessi al Tribunale, con oltre 14 mila pagine di documentazione e con allegate 350 testimonianze. Allora i 5 nomi non sono stati rivelati, ma ormai è chiaro che uno di loro è proprio Nuon Chea, arrestato stamane.
Un altro nome è quello di Kang Kek Ieu, detto “Duch”, capo della famigerata prigione S21, dove migliaia di persone morirono sotto tortura. Proprio Duch è stato il primo ad essere accusato di crimini contro l’umanità e il 31 luglio scorso è stato arrestato e trasferito in una prigione appositamente costruita per il tribunale speciale.
Fra gli altri nomi, si pensa vi siano Ieng Sary, l’ex numero 3 dei Khmer Rossi; Khieu Samphan, che è stato presidente della breve Repubblica democratica di Khampuchea e poi ministro nel nuovo governo di unità nazionale; Meas Muth e Kun Khin, attuali consiglieri di Hun Sen.