Arcivescovo di Tokyo: i neocatecumenali dovrebbero fermare per un certo tempo la loro missione
Mons. Peter Takeo Okada suggerisce un periodo di riflessione per aprire un nuovo dialogo con i vescovi giapponesi. Meno di un mese fa il papa ha cancellato il divieto di 5 anni messo sulle attività del Cammino in Giappone, voluto dalla Conferenza episcopale. Fra i suggerimenti del vescovo di Tokyo: pensare ai 30 mila suicidi all’anno dei giapponesi; attenzione ai bisogni della popolazione; aprirsi alla cura dei malati e dei disabili.
Tokyo (AsiaNews) – Il Cammino neocatecumenale dovrebbe sospendere “per un certo periodo” le loro attività in Giappone al fine di riflettere e preparare il terreno per un nuovo dialogo con la Chiesa giapponese.
È il consiglio autorevole che mons. Peter Takeo Okada, arcivescovo di Tokyo, dà in un suo messaggio pubblicato ieri, ricordando che per 20 anni i vescovi si sono esauriti nell’affrontare problemi derivanti dalla presenza del Cammino nel Paese del sol levante. Il prelato sottolinea che i problemi creati dalla presenza dei neocatecumenali in Giappone lo rattristano “nel vedere la divisione, il conflitto, il caos che produce il Cammino nel suo muoversi fra di noi”.
Le affermazioni di mons. Okada giungono a meno di un mese da un incontro in Vaticano fra alcuni vescovi giapponesi, rappresentanti del Cammino, membri della Curia romana e il papa stesso (11/01/2011 Papa: no alla sospensione per 5 anni del Cammino neocatecumenale in Giappone . )
Davanti al pontefice, la Segreteria di Stato si è opposta alla decisione della Conferenza episcopale giapponese di proibire per cinque anni le attività dei neocatecumenali. Nell’incontro erano stati suggeriti alcuni passi per un maggiore dialogo fra i membri del Cammino e i vescovi, lasciando ai pastori di ogni diocesi la decisione di come integrarli nella missione della Chiesa.
Mons. Okada sottolinea che quanto egli afferma non pretende essere una decisione per tutta la Conferenza episcopale, ma solo per la sua diocesi, sebbene riconosca che per Tokyo non vi sono grossi problemi di rapporto, a differenza di altre diocesi giapponesi.
Nel suo messaggio, l’arcivescovo chiede che i membri del Cammino riflettano per far emergere un’evangelizzazione “più tagliata sui bisogni della popolazione del Giappone”. Diversi prelati accusano il Cammino di operare nei Paesi di missione senza un’approfondita inculturazione. Da parte loro, i membri neocatecumenali valutano spesso i pastori della Chiesa giapponese di voler praticare più il dialogo che l’annuncio.
Mons. Okada suggerisce ai membri del Cammino di ripensare al loro stile di missione ricordando alcune piaghe del Paese, come i 30 mila suicidi all’anno. E propone ai neocatecumenali di focalizzarsi soprattutto sulla cura dei malati e dei disabili, anche se essi si sono finora distinti per il loro impegno nella catechesi e nella nuova evangelizzazione.
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