Annan prosegue nel tentativo di coinvolgere Iran e Iraq nel piano di pace per la Siria
Beirut (AsiaNews) - Dopo Teheran, Baghdad: Kofi Annan, inviato dell'Onu e della Lega araba, porta avanti il suo progetto di coinvolgere nel tentativo di fermare la crisi siriana i Paesi vicini, politicamente o territorialmente.
"Il mio viaggio - ha detto ieri in una conferenza stampa congiunta con il premier iracheno Nouri al-Maliki - ha toccata Damasco, Teheran e Baghdad. Ho avuto la possibilità di discutere con i leader per fermare le uccisioni, nell'interesse del popolo siriano e per evitare l'estendersi del conflitto ai Paesi vicini".
Annan ha infatti messo in guardia entrambi i Paesi sul pericolo che quella che ormai è una guerra civile possa allargarsi oltre i confini siriani. In proposito, il premier iracheno ha garantito il so sostegno alla mediazione di Annan che poco prima, dopo l'incontro con il ministro iraniano degli Esteri, Ali Akbar Salehi, aveva sostenuto che Teheran può giocare "un ruolo positivo" e di aver trovato in Iran "sostegno e cooperazione". Affermazione che ha trovato eco in quanto detto dall'esponente iraniano, che il suo Paese è "parte della soluzione".
Frase subito contestata da Washington. Per Jay Carney, portavoce della Casa Bianca, "nessuno può essere convinto che l'Iran possa avere un impatto positivo sugli sviluppi" della crisi siriana.
Accanto al fronte della diplomazia, vanno registrati due ulteriori elementi. Il primo viene dal Libano: il comandante dell'esercito libanese, generale Jean Kahwagi, ha detto oggi di aver bisogno di duemila uomini per quel maggiore controllo nella zona settentrionale del Paese. Kahwagi fa riferimento alla decisione presa lunedì dal governo libanese, dopo che due persone sono state uccise da un bombardamento siriano.
Il secondo viene dalla Russia. L'agenzia Interfax ha dato notizia dell'invio di una squadra navale russa verso la base di Tartus, nel nord della Siria. (PD)