A Dong Chiem cattolici picchiati, un giornalista ferito e un prete minacciato
di Emily Nguyen
Attaccato da agenti in divisa e in borghese, che gli hanno preso la macchina fotografica, il reporter è stato abbandonato in mezzo alla strada in stato di incoscienza e il volto insanguinato. Solidarietà dei vescovi del nord Vietnam a padre Van Lien, accusato dalle autorità di “istigare i suoi fedeli a commettere crimini”.
Hanoi (AsiaNews) - Cattolici picchiati, un giornalista aggredito e ferito, un sacerdote minacciato e messo sotto accusa. E’ il bilancio, si teme provvisorio, della tensione creata a Dong Hoi, 70 chilometri a sud di Hanoi, dalla distruzione del crocefisso del cimitero parrocchiale da parte delle autorità locali e dal loro violento intervento per reprimere la protesta contro il gesto sacrilego. Un atto condannato dai vescovi della parte settentrionale del Vietnam.
“Se non avesse avuto il casco, ora sarebbe morto”: così si è espressa l’infermiera che ha curato JB Nguyen Huu Vinh, il giornalista cattolico che è stato aggredito e bastonato da decine di agenti e picchiatori filogovernativi. L’attacco è avvenuto ieri. Alle 5.30 del pomeriggio padre Nguyen Van Lien, della parrocchia di Dong Chiem, stava compiendo insieme con il giornalista un giro in motocicletta intorno al villaggio. “Stavo cercando – racconta il sacerdote – di aggirare un grande ammasso di terriccio messo sul ponte di Ai Nang, per impedire l’accesso alla zona, quando un gruppo di agenti in divisa e in borghese ci ha attaccato”. “Vedendo che il giornalista aveva al collo una macchina fotografica, una decina di agenti gli sono saltati addosso, cercando di strappargliela. Io ho lasciato la moto e sono accorso in sua difesa, ma gli agenti hanno usato i bastoni per minacciarmi e farmi indietreggiare. Poi, presa la macchina fotografica, si sono allontanati, lasciando la vittima in mezzo alla strada, incosciente e con il volto insanguinato”.
Una suora dell’ordine delle Lovers of the Holy Cross di Dong Chiem è andata in loro soccorso. Lungo la strada hanno incontrato una bicicletta con due disabili cattolici, veterani di guerra. Volevano andare a Dong Chiem. Avevano incontrato lo stesso gruppo di poliziotti ed erano stati ugualmente aggrediti.
L’attacco contro il sacerdote e gli altri cattolici ha provocato una marcia di protesta di migliaia di cattolici per le vie di Dong Hoi. I manifestanti hanno chiesto anche il rilascio delle cinque persone, tra i più poveri parrocchiani di Dong Chiem, detenute dal 7 gennaio. Quel giorno, i cinque erano stati convocati al centro di servizio del governo per “riempire i moduli per l’aiuto alimentare”. A fine giornata gli altoparlanti hanno annunciato che i cinque “avevano chinato il capo, dichiarandosi colpevoli” di aver eretto la croce di bambù, collocata nel luogo ove era il grande crocefisso distrutto con l’esplosivo, il giorno prima, dalle autorità.
La croce sta a significare il diritto di proprietà su un terreno “appartenuto alla parrocchia da più di cento anni e che non vogliamo lasciare”.
La situazione di Dong Chiem sembra evolversi nello stesso modo in cui le cose sono andate a Thai Ha, Tam Toa e Vinh Long. Bande di picchiatori (nella foto) e media di Stato attaccano i cattolici: li picchiano e li diffamano, minacciano processi, promuovono disprezzo per la religione e odio tra credenti e non credenti. Il 9 gennaio, il presidente del Comitato popolare distrettuale, Le Cong Sang, ha firmato una dichiarazione nella quale accusa padre Joseph Nguyen Van Huu di “non rispettare i suoi doveri di pastore e invece di incoraggiare i suoi fedeli a commettere crimini”, di “sostenere attività antigovernative”, “minare il grande blocco di unità nazionale” e “condurre propaganda contro il governo del popolo”.
Sang ha anche ordinato al sacerdote di rimuovere la croce di bambù e di presentarsi personalmente al Comitato del popolo del distretto di My Duc. Padre Van Huu ha affisso un giornale murale per rendere noti ai suoi fedeli gli ultimi avvenimenti a assicurarli che non sono soli: messe e veglie di preghiera a loro sostegno sono celebrate in tutto il Paese e anche all’estero, negli Stati Uniti, in Inghilterra, Irlanda, Giappone.
Sostegno al sacerdote e ai suoi fedeli è stato espresso da numerosi vescovi del Vietnam. Mons. Joseph Nguyen Van Yen, di Phat Diem, è andato di persona, malgrado il rischio di essere aggredito dai soliti picchiatori.
Dall’Australia, la Federazione dei media cattolici ha denunciato la violenza della polizia contro un giornalista, oltre che verso altre persone, e ha chiesto al governo vietnamita di condurre un esame della vicenda per evitare che sia violata ancora la giustizia e che le vittime siano risarcite dei danni materiali e morali. In un comunicato essi esprimono “crescente preoccupazione” per quanto sta accadendo a Dong Chiem e domandano al governo di ripristinare il rispetto della legge e prevenire violenze contro coloro che prendono parte ad attività di preghiera.
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