Intervenendo al vertice il premier cinese Li Qiang invita a “serrare le fila” di fronte alle sfide globali, in primis quella commerciale con gli Stati Unti. Per il Sud-est necessario mantenere aperti i mercati evitando, di rimanere coinvolti in un duello commerciale tra superpotenze. Aggiornato l’accordo di libero scambio Asean-Cina, per il prossimo anno la presidenza passa alle Filippine.
Da ieri Dili è diventata ufficialmente l’11ma nazione nel blocco dei Paesi del Sud-est asiatico. La fine di un percorso durato 14 anni segnato da una cerimonia dal forte carattere simbolico alla presenza di tutti i leader regionali. Il primo ministro Rala Xanana Gusmao ha aggiunto la sua firma per ultimo. Restano le sfide e le responsabilità collegate all’inclusione.
Human Rights Watch chiede una nuova indagine sulla scomparsa da Ampang della donna che sosteneva il governo dell'oppposizione in esilio. E mette in guardia sui rischi di una possibile repressione trans-frontaliera da parte della giunta militare birmana. L’attivista era fuggita nel 2015 e viveva sotto la protezione dell’Alto commissariato Onu per i rifugiati.
Potente uomo d’affari birmano e presidente della Myanmar Football Federation, U Zaw Zaw è stato nominato nel Comitato per la responsabilità sociale della FIFA. Ex oligarca sanzionato dagli Stati Uniti per i suoi legami con la giunta, ha costruito negli anni una rete di influenza che unisce economia, sport e beneficenza attraverso la sua Ayeyarwady Foundation. Il ministro degli Esteri della Malaysia oggi in visita in Myanmar, mentre l'aeronautica del regime, sostenuta dalla Cina, continua a sganciare bombe sui civili.
Dopo oltre 40 anni nei campi, per migliaia di profughi la prospettiva di un cambiamento atteso a lungo. Rifugiato Karen: “Non ho mai visto la mia patria” e “se la Thailandia ci permettesse di lavorare legalmente, tutto cambierebbe”. Una manodopera utile anche per colmare il crollo di cambogiani in seguito agli scontri al confine. Nuovi raid aerei della giunta nello Stato Shan.
Il tribunale di Wenzhou ha giudicato colpevoli 39 imputati della famiglia Ming, originaria dello Stato Shan nel nord del Myanmar. Le accuse comprendono frode e traffico di droga con proventi stimati in oltre 10 miliardi di yuan. Tra i condannati a morte figurano il figlio e la nipote del patriarca Ming Xuechang, morto in circostanze controverse durante l’arresto. L’operazione si inserisce nella più ampia repressione di Pechino contro i gruppi criminali che operano in Myanmar.